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Arnolfo Di CambioID: 832449
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Arnolfo di Cambio
(Colle di Val d'Elsa 1240/50 - Firenze 1302/10)
Architetto e scultore nato a Colle di Val d'Elsa e morto a Firenze, è uno dei maggiori artisti del secondo Duecento, contemporaneo di Giovanni Pisano e parallelo, in scultura, al giovane Giotto.
Si suppone che la sua formazione sia avvenuta a contatto con l'ambiente artistico dei Cistercensi. Entrato in seguito nell'atelier di Nicola Pisano, sotto la cui direzione lavora tra il 1265 e il 1268 all' Arca di San Domenico in San Domenico a Bologna e al Pulpito del Duomo di Siena, matura uno spiccato interesse per la scultura antica, favorito anche dal soggiorno romano (e forse meridionale) e dalla frequentazione della casa d'Angiò: gli è attribuita la statua onoraria di Carlo d'Angiò, a Roma, Musei Capitolini.

L'attaccamento a modelli antichi, classici, ellenistici, etruschi, unito a un sintetico rigore nella costruzione ampliamente plastica e volumetrica della figura, appare soprattutto nelle sculture di Perugia, Galleria Nazionale, che si suppongono resti della Fontana commissionata dai perugini al "subtilissimus et ingeniosus magister" ed eseguita tra il 1277 e il 1281; e, per i sostenitori della paternità arnolfiana di questa statua, ritorna verso il 1300 anche nel San Pietro bronzeo della Basilica vaticana; ma non viene meno neppure nel Monumento del Cardinale De Braye in San Domenico ad Orvieto (1282), opera che unisce l'adesione all'arte classica (la Vergine in trono è addirittura una statua antica riadattata) con la conoscenza dell'arte gotica francese fiorita attorno a Luigi IX.

Di questa apertura sono testimonianze le opere che Arnolfo esegue in seguito a Roma: dai Cibori in San Paolo (1284) e in Santa Cecilia (1293), al Monumento Annibaldi in San Giovanni in Laterano (1290 ca), in cui l'impianto architettonico disciplina l'elemento scultorio; al Presepe di Santa Maria Maggiore (1285-1291), alla complessa struttura del Sacello di San Bonifacio, commissionatogli attorno al 1296 da Papa Bonifacio VIII quale futuro monumento funebre: già nella controfacciata di San Pietro, è ora smembrato (resti plastici nelle Grotte Vaticane).

Soltanto a Firenze, tuttavia, questa sua vocazione architettonica, aggiornata sul gotico rayonnant, potè acquisire una dimensione monumentale negli altri edifici in parte attribuitigli (si vedano Badia fiorentina, Santa Croce, Palazzo Vecchio) ma, specialmente, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, per i cui lavori, iniziati attorno al 1296, già nel 1300 egli veniva lodato dal Consiglio dei Cento della città. E' molto probabile che Arnolfo, infatti, avesse già elaborato un progetto del Duomo prossimo in sostanza a quello poi realizzato (cappelle raggiate, cupola), concentrandosi tuttavia sulla facciata, di cui arrivò a realizzare i primi tre registri. Ne è documento il disegno eseguito da Bernardino Poccetti (Archivio dell'Opera del Duomo) nel 1587 al momento della distruzione della facciata che era ornata di mosaici e sculture, secondo un programma iconografico mariano.

Le statue si sono tuttavia conservate in numero cospicuo: a Firenze, Museo dell'Opera del Duomo e collezioni private (Natività, Madonna in trono, Bonifacio VIII, Apostoli e Diaconi); nonché a Berlino, Staatlichen Museen (Dormitio Virginis) e a Cambridge (MA), Fogg Museum (Angelo). Esse testimoniano il rigore plastico che attinge a Nicola Pisano, ma si organizza attraverso una volontà precipuamente architettonica. Di una sua attività di pittore è stato prospettato il possibile riconoscimento nelle Storie d'Isacco della chiesa superiore del San Francesco di Assisi.
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