Comunicato stampa del 2002
Vogliamo strade più sicure!
Le strade italiane sono fra le più insicure d’Europa, per automobilisti, motociclisti e pedoni.
(nel 2001: 9.000 morti, 20.000 disabili gravi, 300.000 feriti, 21 miliardi di euro la spesa sanitaria; fra i 14 ed i 35 anni l’incidente stradale è la prima causa di morte). Ma la drammaticità di questi dati, per giunta sottostimati e con un trend in aumento, non rendono minimamente l’idea dell’enorme numero di persone che contemporaneamente ne sono coinvolti (familiari, amici ecc.).
Questi dati sono ancora più inquietanti se pensiamo che le “società” che hanno il controllo della rete stradale ed autostradale, mantengono e peggio ancora costruiscono nuove strade killer, infischiandosene delle osservazioni acquisite anche grazie alle competizioni, da medici, ingegneri e piloti, dei progressi della tecnologia e delle proteste (purtroppo ancora sporadiche) di automobilisti e motociclisti (tutti contribuenti, almeno da vivi!)
La realtà in fatto di sicurezza è questa:
le auto hanno una tecnologia moderna (cinture, air-bag ecc)
Le moto e l’abbigliamento (casco, paraschiena, tuta, ecc) hanno una tecnologia moderna
Le strade e le autostrade vengono costruite con gli stessi criteri di 50 anni fa
(anche se tasse e pedaggi sono aggiornatissimi!).
Chi mantiene e costruisce le strade con criteri del 1950 è corresponsabile delle conseguenze della maggior parte degli incidenti. Esistono norme CEE che impongono criteri di sicurezza per gli elettrodomestici e per i giocattoli ma non per le strade. Principi quali: risparmio durante la costruzione, subappalti, impiego di infrastrutture “superate” soffocano i più elementari criteri di ricerca di sicurezza.
Cosa possiamo fare per convincere i nostri politici che la prevenzione degli incidenti (con i corsi di guida sicura, utilizzando anche i circuiti) e delle loro conseguenze (che dipendono molto dalla modernità delle strade) danno il risparmio più efficace oltre che più civile?
E’legittimo pretendere delle strade moderne: inutile dire “frasi di circostanza” dopo un incidente che poteva essere evitato almeno nelle conseguenze (questo principio è generale: L’incidente aereo di Linate, la scuola che crolla perché non a norma, i 9.000 morti all’anno sulle strade testimoniano quante vittime sono conseguenza di superficialità, bustarelle, strutture“non a norma”che ancora oggi superano tutti i controlli). Un esempio da seguire: gli autodromi.
Se negli anni 70-80, non ci fossero state persone convinte di poter migliorare la sicurezza negli autodromi ancora ci sarebbero i circuiti cittadini, con tante vittime ed altrettante parole di circostanza! La Prevenzione, l’eliminazione degli ostacoli fissi (guard-rail, muretti, pali metallici) a favore degli spazi di fuga, ha reso il fattore velocità molto meno importante come rischio: sembra un miracolo! Invece è il risultato dell’impegno di ricercatori (medici, ingegneri, ditte di auto, moto, abbigliamento) ma anche di Piloti (Quelli che andavano più forte, fra cui Franco Uncini) che già da allora protestavano, manifestavano addirittura boicottavano i circuiti più pericolosi (il campione è quello che ha la tecnica migliore, non quello che ignora i rischi o ha la testa più dura) ed i risultati sono sorprendenti: Durante il Motomondiale 2002 ci sono state 634 cadute, a velocità elevata, o elevatissima (oltre i 200km/h) senza conseguenze, questo è ciò che permette la tecnologia.
Questo invece è ciò che accade sulle strade:
Nel tratto di s.s. Cassia, tra S. Quirico d’Orcia e Radicofani,(una sintesi di pericoli artificiali rimasti tali e quali dall’epoca delle mille miglia) due ragazzi hanno perso la vita perché, in seguito ad una banale scivolata con la moto, hanno urtato il palo metallico di un segnale di pericolo generico posto proprio sulla via di fuga (l’unico pericolo era il palo, oltre c’era il campo con il grano).
Ancora un esempio
L’incidente avvenuto il 6 Ottobre sulla A1 in prossimità di Chiusi, in cui ha perso la vita Maria Bisceglia, ingegnere e collaudatrice della Ducati Motors deve far riflettere sui vari fattori:
La caduta è stata provocata da un’auto pirata (che purtroppo non è stata ancora rintracciata)(ma quante ce ne sono!!!)
Mentre le lesioni sono state provocate da un guard-rail superato, senza protezione inferiore.
Si spera almeno che la società autostrade non abbia preteso il pedaggio per il tratto percorso!
Tutti gli utenti della strada, pedoni, automobilisti e soprattutto motociclisti che trovano insidie assurde ad ogni chilometro (io ne percorro 20.000 all’anno con la moto e 30.000 con l’auto, ma c’è chi ne percorre di più) sono invitati a farsi sentire, scrivere (anche alla magistratura), protestare per dei diritti “vitali”.
Vieni a Roma Mercoledì 13 Novembre, in Piazza Montecitorio alle ore 15.00
ci sarà una imponente manifestazione organizzata dalla “Associazione Vittime della Strada”.
In pratica i Componenti di questa Associazione spendono soldi e tempo perché ad altri non accada quello che è successo a loro! Credo che sia più che meritevole l’aiuto di tutti.
La manifestazione sarà seguita, dalle principali riviste automobilistiche e motociclistiche.
Venite a Roma, passate parola, fate sentire la vostra voce!
Un caloroso saluto e ricordiamoci di…
1) 1) mantenere la distanza di sicurezza
2) 2) pretenderla da chi ci segue
3) 3) portare le gomme in temperatura !
Marco Guidarini,
medico chirurgo
spec. in Ortopedia e Traumatologia (Siena 118)
preparatore di educazione stradale F.M.I.