00 21/09/2006 18:36
Mi ero appena alzato dalla pennichella e stavo assaporandomi, sotto il portico,
quel caffe nero pece specialità della “duena” della casa, che mi vedo piombare
addosso Delmo a cavallo di quello che lui si ostina a chiamare bici, una cosa
cinese coi freni a bacchetta sui 150 chili e certi bitorzoli sulle gomme che anche su
un circuito da formula uno sembrerebbe di andare sulle montagne russe.

“Mira, mira que hay Tarpon !!!!”, lo faccio sedere , gli offro un caffè mentre cerco
di appurare dove e quando il fatto è accaduto : sembrerebbe che all’”ermano” di
tizio lo “tio” di caio ha detto che il “sobrino de fulano” ha preso dei tarpon ieri
sera, solite notizie alla cubana , da prendere con le molle , non so quante notti ho
buttato contando le stelle basandomi su queste informazioni .

Lo minaccio di rappresaglie fisiche se non smette di elencare tutta la parentela di
Moron e non mi dà qualcosa di più concreto; ed ecco la parola magica : Tomaso
sta preparando le canne, (Tomaso è un mio amico Italiano che vive ormai da più di
due anni sull’Isola), non mi serve altro, salto in macchina e mi fiondo
dall’emigrante; mentre Tomaso mi mette al corrente sorbisco l’ennesimo caffè
della giornata servito dalla premurosa novia dell’amico, le notizie sono vere :
oggi il tira/cime del catamarano , tornando dal Cajo, ha visto i tarpon passare sotto
il ponte nove; di lui non si può dubitare , lo conosciamo bene e non sbaglia mai, si
organizza la serata , alle sette si va !!!

Al pedaje solita pantomima, richiesta passaporto , presa nota su papel sanitario di
non so cosa, rapido sguardo nel portabagagli per controllare che non abbiamo
nascosto una chica (qualche bovo lo fa) e finalmente via libera.

Come siamo sul teraplen ci accoglie un vento teso ma il mare non presenta onde
tali da compromettere la pesca, passando sui primi ponti noto che la corrente è
molto forte , deve aver incominciato da poco l’inversion e le speranze aumentano.

Finalmente arriviamo alla nostra meta : il ponte nove , sul posto già tre autoctoni
con le lenze a mano e moharra stanno tentando la fortuna , è ancora presto e non
abbiamo fretta , montiamo le canne e facciamo quattro chiacchere coi cubani già
abbastanza alticci grazie a una bottiglia di rum mezza vuota; i Savalo non si sono
ancora avvicinati , li hanno intravisti al largo che pasteggiavano ma da quando è
cambiata la corrente nada; sperando di non rimetterci la vista accetto un sorso di
rum fatto in casa e contraccambio con qualche amo visto che i loro sono criollos
(made in Cuba) e quasi sempre si aprono sotto sforzo.

Incominciamo i primi lanci al buio ma salvo un paio di picue non si muove niente ,
inutile aguzzare la vista non salta niente; I pescator/borrachos hanno finito le
esche , mangiate dalla minutaglia , sfoderano una tarraja (sparviero) che doveva
sicuramente mimetizzare le postatazioni cubane in Angola e con due colpi
rinnovano le scorte : moharre e aguglie, non capisco perchè non usano il vivo che
sarebbe molto più adescante ma sono problemi loro.

Dopo un’ora sto meditando sulle torture che infliggerò a Delmo per le
informazioni fasulle quando un tonfo sotto il ponte mi squote, arrivano e stanno
pasteggiando con le aguglie ; los descarados non vogliono uscire da sotto l’arcata
e continuano il pasto.

Calo verticalmente l’artificiale e, senza speranza lo faccio ballonzolare sull’acqua,
quasi mi viene un infato !!!, una boccaccia enorme, spalancata, sale verso di me,
lo so che ci sono almeno tre o quattro metri di altezza ma a me sembra di averlo
addosso e balzo indietro, uno strappo alla canna e poi niente , deve aver dato una
testata all’esca ; nello stesso momento un autoctono parte con ululati : hay, hay,
ala , ala, cogno! ala duro!!! e il tarpon sale per l’aria in tutta la sua bellezza ; il
bruto non gioca con lui , tiene in mano una bobina di legno e non cede filo , lo
forza , prevedo una prossima perdita , ma no!!! altro salto , ma con che cacchio di
filo pesca ? ; con rapidi ed abili giri di polso recupera lenza , lo sta proprio
strappando su , si porta a lato del ponte e scende la scarpata con un suo collega ;
dal basso giostra meglio il pesce che nel frattempo e volato fuori un’altro paio di
volte ; forza bruta contro forza bruta e logicamente il più debole cede e si avvicina
a riva ; io illumino tutto con la pila , dopo altri sbattimenti è a tiro e il carnefice col
bichero l’aggancia e lo tira tra le rocce e poi sulla strada ; è un bel pesce sulla
ventina di chili, i locali esultano Yuma-Cuba 0 a 1.

Lanciamo nel buio con le orecchie tese in attesa dei tonfi che indicano la presenza
del pesce ma tranne il sibilo del vento e lo schiacquio dell’acqua non si ode altro;
dopo un poco nel buio risuona il grido di Tomaso : l’ho preso!! , lo tengo!!, vado
verso di lui con la pila solo per sentire Porc.... ..... è andato; rilancia subito nella
stessa zona e ....riaggancia , ha più fondo che anima, dopo due salti lo riperde; tiro
in zona ma niente o sono io che ho sfiga o sbaglio artificiale.

Mi sposto all’altro lato del ponte , tiro e subito , dopo le prime due o tre
smanettate, aggancio, la frizione canta e il mio cuore pure , non salta , deve essere
grosso e continua a levare filo; finalmente lo vedo sotto la luna vola fuori e
ripiomba con un tonfo , è grande , mi pare immenso, altri due salti e non lo perdo ,
sicuramente è mio!!! A poco a poco la lotta rallenta e cerco di portarlo a fine ponte
per dare modo a Tomaso di usare il raffio, evito due tentativi di infilarsi sotto il
ponte e finalmente è a tiro ; l’artificiale è ben piantato in bocca e sotto la gola , è
stanco e Tomaso lo manca !!!! All’ultimo minuto ha un guizzo e riparte lungo la
riva, lo forzo e rimango a canna vuota !!! ; non ho nemmeno il fiato per tirare
qualche saracca , recupero e scopro che il mio tanto rinomato moschettone da 100
libre con girella è aperto, dritto come un ago; ho lottato con un pesce appeso solo
per la curva di aggancio del moschettone !!!! Ha meritato di andarsene.

La nottata si alterna con alti e bassi , catture e slamature ; in tutto quattro tarpon e
due barracuda presi e una decina agganciati e persi più una canna rotta, si proprio
rotta, non la mia per fortuna ma quella di Tomaso che , preso dalla foga ha fatto un
errore fatale.

Appena agganciato, il Savalo nel pieno delle forze punta verso di lui e dopo un
paio di salti si infila deciso sotto il ponte, inevitabile , non riesce a fermalo, si
sporge e abbassando il più possibile la canna cerca di forzarlo , non faccio in
tempo a gridargli “ apri tutto , al massimo si impiglia e rompe “ che il danno è
fatto si sente un sonoro crak!! e una parte della canna scivola lungo il filo, pochi
secondi ed è tutto finito Tarpon 1 Tomaso 0.

Raccatto le attrezzature cullato dalle madonne di Tomaso e saluto gli autoctoni che
hanno salpato due savali , una cuberita e un pargo di buona taglia.

Sono già le due del mattino quando arriviamo a Moron ma non ci facciamo
scrupolo di svegliare gli amici locali per la consegna del pescato; quando c’è da
mangiare non se la prendono nemmeno se li butti dal letto in piena notte.

Veramente una noche buena , almeno per me.