00 12/12/2016 20:33
Visto che il gioco rimarrà chiuso per X tempo e non mi fido del mio PC posto l'inizio della giocata fatta con le tesse. Si vedrà quando e se torneremo cosa farne.


Buon lavoro!


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[ATTENDERE RESPONSO]

Potrebbe, in effetti, essere una sera come tante nel Tempio questa. Ovviamente così non è, altrimenti non sarebbe presente questo umile narratore. Giusto? Il Tempio è silenzioso, i bambini riposano o sono stati allontanati per cui nessun pianto e nessuna risata risuonano tra le pareti del luogo Sacro alla Dea. L'aria è quella di sempre, fresca e che profouma di primavera. Selene, in alto nel cielo, sta crescendo, lentamente, e solleva le maree con il suo moto perpetuo. Selene è una certezza, sempre. Selene non ti tradisce, mai! E dall'alto dei cieli osserva gli uomini e, questa notte, posa il suo sguardo sul Tempio della Dea, cuore del culto dove ancora si seguono le tradizioni che furono e si tramandano di generazione in generazione. Cosa accadrà, questa notte?

Ordine: Elysiane, Inwe

[GDR PLAY]


ELYSIANE [ . Colonnato . ] Samhain. La notte degli Spiriti. Par quasi un ossimoro se comparata alla sempreverde primavera avalonese, la cui brezza profumata gonfia la veste sacerdotale della Dama del Lago. Quest’ultima indossa una tunica sacerdotale scura, nera come la stellina che rifulge al centro della sua nivea fronte e come il manto che cela le sue fattezze ed il cappuccio calato sul viso Mediterraneo. Le hanno dipinto la runa Thurisaz in fronte col sangue delle bestie e l’odore pungente della linfa vitale fa prudere le sue narici. Nonostante ciò, i suoi piedi scalzi s’incamminano in direzione della Sala Visite, percorrendo innanzitutto la navata centrale; ai lati di quest’ultima sono disposte decine di pietre d’ametista, le quali salutano silenziosamente l’Ancella della Trina al suo passaggio. Fra le mani magre regge una coppa contenente un infuso da lei stessa preparato: salvia divinorum, capace di accostare le Sacerdotesse al divino. I Giardini Interni sono la sua meta e verso d’essi si dirige, non perdendo tempo nel guardarsi attorno. Ogni volta che una candela le sfila accanto, la ventunenne interrompe il suo cammino, prodigandosi di soffiare sullo stoppino per far piombare l’ambiente circostante nell’oscurità. Altro non può fare se non abbracciare la sacralità del momento: i serpenti tatuati attorno ai polsi guizzano d’impazienza nonostante il suo incedere sia assai misurato. [ Volontà + 1, Ritualistica della Dea liv. 6 ]

INWE Selene, che cosa vedi accadere nel mondo dei mortali? Probabilmente, se i tuoi occhi d'argento sono davvero posati sul Tempio e sulle sue Figlie, non ti farai sfuggire il piccolo corteo in attesa nei pressi del colonnato – scuro, in questo momento, com'è scuro il manto tuo e quello che avvolge la figura delle due Sacerdotesse presenti. La Signora di Avalon e la sua fedele Custode sono difficili da distinguere proprio per via dei cappucci scuri che ne celano le sembianze e gli abiti, relegandole al ruolo di creature a metà fra il mondo degli uomini e quello degli spiriti. Samhain, dopotutto, è anche questo. Inwe lo sa, ormai, ed ha passato giorni di digiuno e preghiera per prepararsi al momento in cui gli Altri cammineranno sulla terra. Sulla fronte pallida, sopra la stellina cremisi che porta con orgoglio e sopportazione dal giorno della propria consacrazione, ha dipinto da sé la runa Thurisaz; l'odore del sangue insidia l'olfatto affinato dalla fame e da una sensibilità di molto superiore a quella dei mortali, provocando un moto di ribrezzo nello stomaco già stremato. Non che sul viso della Reggente si veda nulla di tutto ciò, sia ben chiaro: anche se il cappuccio non ne celasse il volto, questo manterrebbe l'espressione di ferrea compostezza che il rito richiede, le labbra strette e gli occhi fissi su Elysiane, pronti a coglierne qualsiasi muto segnale [Imperturbabilità liv.4]. Ciò che attende si manifesta nel primo passo della Dama del Lago, che imbocca il percorso che la condurrà ai Giardini interni. Sebbene questi siano anche la meta di Inwe, alla figlia del Meriggio toccherà un'altra strada: i piedi nudi calcano la fredda e dura pietra serena guidandola in direzione dell'Ala sacerdotale, quell'area proibita a chiunque non abbia votato la propria esistenza a servire la Triplice Dea. Il cuore di Inwe galoppa, ma non è la paura a lanciarlo in corsa, quanto più quel senso di ineluttabilità - inspiegabile e nonostante ciò assolutamente reale – che ci prende quando la tempesta è percepibile solo dall'elettricità dell'aria, senza che le nuvole abbiano ancora offuscato il cielo. Nella destra della Custode c'è una ciotola colma di ossa accuratamente spolpate; la sinistra vola a chiudere fra indice e medio le fiamme delle rare candele che le indicano la strada, inesorabile come il vento del nord e volutamente incurante del bruciore che il gesto le provoca [Resistenza liv.1][Ritualistica della Dea liv.4].

ELYSIANE [ . Pressi Braciere . ] L’incedere s’arresta là ove la Fiamma della Dea s’innalza. Si bea del calore del Sacro Fuoco la ventunenne, chiudendo gli occhi e lasciando che un sorriso incurvi il volto magro; indi, si piega sulle ginocchia e posa la ciotola a terra, lasciando l’infuso di salvia ai suoi piedi per concentrarsi sul suo compito. Le iridi smeraldine corrono alla cesta di mele delle quali le Sacerdotesse potranno cibarsi in seguito al rituale. La giovane inspira ed espira, quindi alza le braccia al cielo e si prepara a far udire la propria voce. [ Calano le Ombre sugli abbondanti raccolti, sugli animali addormentati. S’assottiglia il Velo fra i Mondi e le stelle rischiarano la Via. Giunto è il Tuo momento! Mórrígan, Regina degli Spiriti, Signora della Morte, Attendiamo la Tua venuta e quella della Tua corte. ] Le sopracciglia si aggrottano, il tono è serio e concentrato. Sa che tali parole sono il preludio allo scostamento del Velo, percepisce l’energia che scorre attraverso il suo corpo e che ritorna alla Madre Terra attraverso le sue gambe forti. [ Volontà+ 2, Ritualistica della Dea liv. 6 ]

INWE [Giardini interni] I passi di Inwe rallentano fino a fermarsi solo davanti al Braciere acceso; gli occhi chiari della mezzosangue indugiano per un singolo istante sulla danza delle fiamme, sebbene stanotte neppure questa vista tanto familiare abbia il potere di quietare il suo spirito. È giusto che sia così, probabilmente. Cerridwen ed Arianrhod si sono fatte da parte per lasciare all'Anziana ed alle Sue creature il dominio incontrastato, ed è giusto che gli uomini abbiano percezione di ciò. Dall'altra parte del Braciere c'è Elysiane, anche se la sua figura è distorta dal fumo, dal calore e dalla cappa gemella a quella che indossa la Custode. Ne riconosce la voce, però, che si leva alta nel silenzio altrimenti tombale della notte. C'è un accapponarsi generale alla base della nuca della mezzosangue, che pure fa di tutto per imporsi la fermezza che il rito richiede [Volontà liv.2] quando si fa il momento di parlare: [Questo è il tempo del riposo e della Morte. Rhiannon, davanti a Te si inchinano i figli dei mortali; davanti al Tuo oscuro fulgore si piegano coloro che al giogo della Ruota sono soggetti. Nel Tuo tempo assistili, venerabile Saggia, e concedi loro il riposo dell'inverno. Signora dei Due Mondi, noi Ti preghiamo!]. Caccerebbe quindi la sinistra nella ciotola, stringendo fra le dita una manciata di ossicini più e meno sottili per lanciarli con un unico gesto fra le fiamme. Bruceranno in molto, moltissimo tempo, ma alla fine anche di esse non rimarrà che cenere. [Ritualistica della Dea liv.4]

ELYSIANE [ . Pressi Braciere . ] Le braccia ritornano lungo il corpo, sfiorando la nigra stoffa del manto che avvolge la figura della giovane donna. Ella è pronta ad abbracciare il Giro di Ruota, quest’anno come ogni anno. Samhain non è una festività come le altre: è il punto zero, il Capodanno, il Principio. Inebriata da tale consapevolezza, Elysiane si accinge a ghermire di nuovo la coppa con entrambe le mani, appropinquandosi alla Mezza con passi misurati. Il calore del fuoco le dà alla testa e le imporpora le gote, [ Resistenza liv. 2 ] seppur queste siano celate ad occhi indiscreti dal cappuccio. Una volta incatenato lo sguardo di Inwe al suo, le dedicherebbe un breve sorriso velato dalla tensione ed allungherebbe il recipiente nella sua direzione, invitandola con un cenno del capo ad accostarvi le labbra. La Dama del Lago attenderebbe l’azione della Reggente, allontanando la coppa dal suo volto per evitare che ella ingerisca una quantità eccessiva d’infuso. [ Conoscenze Naturali liv. 1 ] Una volta fatto ciò, berrebbe la sua parte, sbarazzandosi indi del recipiente, avvertirà i primi sintomi della droga in corpo: le ronzano le orecchie e percepisce il cuore batterle direttamente nella mente, eppure resiste, preparandosi a concludere il rituale. [ Volontà liv. 2 ] Si percuote con violenza il petto a pugno chiuso. [ Il mio cuore è tuo. ] I palmi delle mani raggiungono gli occhi e li coprono. [ La mia Vista è Tua ] La destra sfiora la Runa dipinta col sangue. [ Che la mia mente sia la Tua Casa. ] Le gemelle infine vengono giunte. [ Che le mie braccia siano la Tua forza! ]

INWE [Giardini interni] Con passi gemelli a quelli di Elysiane le si avvicinerebbe in silenzio, accompagnata dal solo crepitio delle Fiamme. Cerca il conforto delle sue fattezze, ma, nonostante il sorriso che l'altra le rivolge, sotto il cappuccio c'è spazio solo per la concentrazione della Signora del Lago. Per tutta risposta Inwe raddrizza la schiena, aprendo le spalle e preparandosi ad affrontare ciò che l'attende: sebbene l'infuso fra le mani della romana non sembri tanto minaccioso, la Custode sa che il più lieve errore nei dosaggi della mistura basterebbe a spedirla a nutrire il già folto gruppo di spiriti che questa notte popolano l'aria. Nonostante ciò, le labbra della Reggente si posano – dopo un respiro profondo – sul bordo della coppa, lasciando che il liquido le bagni. È consapevole di cosa compone il decotto e di quali siano i suoi effetti, motivo per cui non lesina il sorso, bevendone il quantitativo necessario perché il Velo si scosti anche per lei che è così poco abituata ad affrontarlo [Volontà liv.2, Potere della Triade liv.4]. La testa si fa leggera quasi immediatamente, subito seguita dall'appannarsi della vista. [Il mio cuore è Tuo] c'è bisogno di un bello sforzo per schiudere le labbra, ancora di più per battersi il petto con il pugno. [La mia vista è Tua] le mani corrono a coprire gli occhi appannati; [Che la mia mente sia la Tua casa] sotto le dita c'è ora il sangue con cui ha dipinto la runa, prima che esse ritrovino le sorelle, raggiungendole all'altezza dello stomaco della Custode [Che le mie braccia siano la Tua forza!]

[ATTENDERE RESPONSO]

Nulla più vi appartiene, Donne. Mente, corpo e cuore sono di Ella, ormai. Persino i figli che sono stati concepiti la Notte di Beltane e che avete portato in grambo per nove, lunghi mesi e che avete partirito con fatica non vi appartengono. Siete le Serve della Dea su questa terra, a Lei vi siete date e a Lei appartenete. Mente, corpo e cuore sono di Ella e non apparterranno a nessun mortale. E' Sahmain. In questa notte si aprono le porte fra il Regno dei vivi e il regn oscuro, il regno fatato, del divino e residenza dei defunti. Nella notte di Samhain crollano le barriere: vivi e morti popolano entrambi i regni. Ma è una festa? Nel vostro divinare vi ritroverete esattamente nel punto in cui siete, nel Giardino interno del Tempo, protette dallo sguardo di tutti meno che di Selene. Incappucciate. La temperatura, però, comincerà a scendere rapidamente. Così rapidamente che ci vorranno pochi istanti e intorno a voi il paesaggio sarà bianco a causa della neve che scenderà copiosa dal cielo. Fa freddo. Tanto freddo. Il gelo penetra nelle ossa, ghiaccia il cuore e intorpidisce la mente. Fa così tanto freddo che muovere le dita dei piedi potrebbe essere un'impresa non da poco. Farà così tanto freddo che la pelle delle mani diventerà rossa e brucerà. E' Sogno o Realtà? E come interpretare quanto sta accadendo?

Ordine invariato.

[GDR PLAY]


ELYSIANE [ . Giardini Interni . ] La droga s’impadronisce dell’imago della Somma Sacerdotessa, facendola quasi andare all’onde mentre questa tenta di mantenere il controllo di sé. Con la coda dell’occhio, s’avvede delle condizioni di Inwe, preoccupata che la Mezza stia bene. Si sente responsabile per la sorte dell’amata Sorella, le cui condizioni di salute sembrano stabili. Ciò che gli occhi percepiscono si deforma lentamente seguendo il ritmo dei battiti delle ciglia di Elysiane, la quale si guarda attorno come rapita dallo spettacolo che l’aspetta: una soffice coltre di neve ha ricoperto il paesaggio, tingendo ogni cosa di un bianco così candido che scintilla. Farebbe per stropicciarsi gli occhi, incredula, ma si ritroverebbe a fissare le mani arrossate e screpolate dalle temperature gelide. Altrettanto vale per i piedi: nonostante sia abituata a girare scalza per il Tempio, questa volta s’è pentita di non avere con sé un paio di calzari. [ S-sorella ] Tenterebbe di richiamare l’attenzione di Inwe, la voce che trema per il gelo e per la paura. Che stia sognando? Che i Giardini si siano davvero riempiti di ghiaccio? Chissà.

INWE [Giardini interni] Dopo la prima confusione generata dall'infuso, il pensiero di Inwe si potrebbe riassumere in un candido: mi aspettavo di peggio. Già, perché la vista torna nitida in quelli che sembrano una manciata di secondi e la testa – sebbene ancora leggera – resta al suo posto. Fa appena in tempo a formulare l'idea d'aver assunto forse troppa poca sostanza perché il primo di una lunga serie di brividi le si arrampichi lungo la schiena, usando le vertebre come scalini. Fa freddo, un freddo intenso come non ne sentiva da anni. Come quello che colpiva la distesa pietrosa del Boireann quando il vento del nord decideva di scendere a investire quella terra aspra, e allora tutti – vecchi e giovani – si rattrappivano davanti al fuoco fumoso nelle casupole piene di spifferi. Alzerebbe il viso verso il cielo da cui scendono fiocchi gelati, talmente incredula da non far caso al cappuccio che le cala sulle spalle. Le guance s'arrossano man mano che il gelo fa il suo dovere, e il respiro prende la forma di nuvolette timide davanti alla bocca. Raddrizzerebbe il collo per cercare Elysiane, la cui figura nera spicca nel candore assoluto che sta prendendo forma. È poco distante, eppure i due passi che le separano sono tremendi da compiere per via del manto ghiacciato che ricopre la terra. La destra di Inwe cercherebbe la mano dell'altra, per assicurarsi che sia davvero lì e per condividere quel poco calore che rimane loro. Cosa sta accadendo?

[ATTENDERE RESPONSO]

E' un brutto segno, Sacerdotesse della Dea. Ve lo dico io che questo è un brutto segno. Credetemi! Tremate nelle vostre vesti estive, tremate sotto i vostri manti scuri. Si spengono le fiammelle delle candele e rimanete sole. Da lontano sentirete giungere maestosi tuoni. Tuoni? E' l'emblema dell'inverno, dopo tutto. Neve e freddo. Tuoni e pioggia. Rapidamente, così come rapida è stata la neve nel sopraggiungere, anche i tuoni si avvicineranno al Tempio della Dea. Nuvole nere come la pece che mai avete visto copriranno la volta celeste, le stellee e persino la luminosa Selene, alla quale non sarà più permesso di osservarvi. I tuoni assordanti disturberanno l'oto della Dama del Lago, figurarsi quello sensibile della Mezza e lampi svelti illumineranno il cielo rendendo ancora più mostruosi le nuvole che si sono addensate sopra di voi. Pioggia gelata comincerà a cadere dal cielo senza mezze misure: un secondo prima non piove, un secondo dopo sta crollando il cielo. La neve si scioglie, ma la pioggia è comunque gelida e penetra sotto le vesti bagnando tutto. Un segno più cupo di questo non l'ho mai visto, sapete? Come se l'inverno fosse destinato a raggiungere l'isola dell'eterna primavera. Fili di nebbia densa s'insinueranno tra di voi, avvolgendovi nella loro umidità. Nebbia insieme alla pioggia? Tutto è possibile alla Dea, non trovate? Avvolte in questa ovattata atmosfera riuscere appena a scorgere le vostre figure. Gradualmente lo scrosciare della pioggia e il rimbombo dei tuoni cesseranno, lasciando il posto ad un brusio: voci di donna. Non cesseranno di cadere dal cielo i lampi, però.

Ordine invariato.

[GDR PLAY]


ELYSIANE [ . Pressi Braciere . ] Il tocco della mano di Inwe è ciò che le serve per distinguere la realtà dalla fantasia; sua Sorella è reale ed impensierita tanto quanto lei. Le mani delle due donne sono arrossate ed allacciate in una stretta che sottolinea il loro forte legame, rinsaldato dal calore nel petto che la Dama del Lago avverte quando la Mezza è lì con lei. I pensieri di Elysiane sono interrotti dal rumore sordo di un tuono, accompagnato da decine di fratelli man mano che il cielo si chiude inglobato dalle nuvole nere. Non c’è la luna, non ci sono le stelle a darle il benvenuto ogni qualvolta lo sguardo si solleva verso il cielo, solo una pioggia densa e fredda che pare penetrarle nelle ossa. Con un brivido scaccia via i pensieri, accorgendosi della Nebbia che si è formata quando l’acqua ed il rombo dei fulmini si sono acquietati e potendo percepire un rumore indistinto. Che sia un vociare di donne? Impossibile. Impensabile.

INWE [Giardini interni] Rimpiangeranno la quieta caduta della neve, a breve. Lo suggeriscono i nuvoloni neri in avvicinamento e lo proclamano con prepotenza i tuoni che sconquassano l'aria attorno a loro. Con un grido di sorpresa e sì, di spavento, le dita di Inwe vorrebbero sciogliersi da quelle della Dama del Lago per correre a coprire le orecchie appuntite, ma l'isolamento che generano i palmi schiacciati contro di esse non basterebbe a proteggere l'udito troppo sensibile [Malus: Ipersensibilità dei sensi]. La Custode è frastornata: fra il digiuno, l'infuso, il freddo, l'acqua, il fragore e le luci che ora illuminano il cielo, facendole certamente rischiare la momentanea cecità se solo s'azzardasse a guardarli, le sembra quasi di perdere la percezione di sé. Continua a tenere le mani premute sulle orecchie, strizzando gli occhi per proteggerli dalla luce troppo intensa che esplode nel cielo e dall'acqua che ha preso rapidamente possesso di ogni cosa. È bagnata e infreddolita fino al midollo; a malapena sente le dita dei piedi e la punta delle orecchie. [Elysiane!] chiama ad alta voce: ha paura di perderla, di ritrovarsi da sola in quel rovesciarlesi addosso di terra e cielo. La Dea sta forse cercando di dire loro qualcosa? Le sembra che la pioggia vada diminuendo d'intensità, così come i tuoni, sempre più lontani: rilassa leggermente le palpebre, quel tanto che basta per rendersi conto d'essere nel mezzo di un banco di nebbia, con gocce sempre più rare a precipitarle sul capo. Dire che la mezzosangue è confusa, a questo punto, è dire poco. Le voci sono il colpo di grazia: [C'è qualcuno? Rois? Lipsit?] chiamerebbe a gran voce, abbassando le mani per poter sentire meglio le parole che le donne – perché sono donne, di questo ne è certa – stanno dicendo. Si volterebbe quindi verso la sorella: [Elysiane, le senti?]

[GDR PAUSA]