Il CLC, la nuova mafia cubana di Bush
di Carlos Fazio
Necessitando, per la sua rielezione, del voto dei cubani anticastristi di Miami, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, cambia amici. O mafia.
E, con l'appoggio di suo fratello Jeb Bush, si affida al Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC). Ma qual'è la storia del CLC?
Necessitando, per la sua rielezione, del voto dei cubani anticastristi di Miami, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, cambia amici. O mafia.
Di fronte alla decadenza della Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) - vecchio socio di avventure sovversive di varie amministrazioni della Casa Bianca - l’attuale capo dell’ufficio ovale sta potenziando l’appoggio, attraverso suo fratello Jeb Bush, governatore della Florida, al cosiddetto Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC) che si situa alla destra delle organizzazioni estremiste e che propone l’impiego della violenza per destituire Fidel Casto e distruggere la rivoluzione cubana.
Clone della FNCA, il CLC nacque nell’agosto del 2001 a seguito di uno scisma che si produsse dopo il sequesto di Elián González (il bambino cubano trasferito negli Stati Uniti), la cui liberazione coinvolse l’immagine della fondazione di fronte alla comunità cubano-statinutense della Florida. Ma la crisi si verificò prima. La mancanza di carisma e di capacità dei leader, i problemi economici e gli errori politici di Jorge Mas Santos, che nel 1997 ereditò la direzione della FNCA alla morte del padre Jorge Lincoln Mas Canosa, acutizzarono la lotta per il potere nella FNCA.
Conosciuto come terrorista, Mas Canosa, che nel 1965 assoldò Luis Posadas Carriles affinchè collocasse delle mine nei porti di Veracruz contro imbarcazioni cubane, messicane, spagnole e inglesi, aveva creato la fondazione nel 1981, sotto gli auspici di Richard Allen, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Ronald Reagan. La FNCA ammise tra le sue fila elementi terroristi, ex ufficiali e politici della tirannia di Fulgencio Batista tra i quali vari agenti dell’ Agenzia Centrale di Intelligence (CIA), come lo stesso Mas Canosa e Ninoska Pérez, figlia di un repressore della polizia batistinana che per molti anni fu portavoce ufficiale della Lupa Feroce (FNCA), come la si chiama nei circoli di esilio di Miami, partecipò alla creazione del Consiglio per la Libertà di Cuba ed è uno degli otto membri del suo comitato esecutivo.
La creazione del CLC non ha comportato però una divisione tra gli elementi terroristici della FNCA. Lo scisma si è verificato in superficie ma l’ala paramilitare, clandestina, la faccia occulta, è rimasta intatta in seno alla nuova organizzazione, che viene tuttora spinta da Roger Noriega, un ultraconservatore che si presentò a Washington davanti all’Organizzazione degli Stati Americani e che occupa la posizione di sottosegretario di Stato per l’America Latina. Sotto il patrocinio di Noriega, il CLC creò un’organizzazione lobbista, il Comitato di Azione Politica US- Cuba Democracy, che ha come principale “ambasciatore” davanti alla casa Bianca il governatore della Florida, Jeb Bush.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Diario delle Americhe, il 22 dicembre scorso, nell’hotel Biltmore di Miami (lo stesso dove il 4 marzo il magnate venezuelano Gustavo Cisneros disse, durante una cena, che “stava seduto al lato del fututo presidente del Messico Jorge Castañeda"), Jeb, il fratello del Presidente Bush, partecipò al lancio della lobby che ha tra i suoi obiettivi quello di guadagnare influenza presso la Casa Bianca e aiutare la rielezione del Presidente.
“Dobbiamo aiutare il Presidente a ottenere la maggioranza al Congresso affinchè si veda obbligato a bloccare gli accordi sulle questioni relative a Cuba”, disse l’imprenditrice Remedios Díaz Oliver davanti a un pubblico selezionato dove, tra gli altri, c’era l’ex Segretario degli Alloggi e dello Sviluppo Urbano Mel Martínez che dirige la Commissione per la Democrazia a Cuba, creata da Bush l’anno scorso per accelerare le operazioni segrete nelle isole e controllare la “transizione alla democrazia” in una era post castrista.
Gli altri partecipanti erano Adolfo Franco della Agenzia Internazionale di sviluppo, che assicurò di essere in contatto con la “ dissidenza interna” e che utilizza come veicoli di penetrazione aRadio e TVMartì, emittenti sovversive finanziate dal Governo degli Stati Uniti e i candidati repubblicani del Congresso dalla Florida: Ileana Ros Lehtinen, Mario Díaz-Balart e Lincoln Díaz-Balart, che il 22 marzo dichiarò a Canal 41 di Miami che “a Cuba si impone il magnicidio di Castro” cioè, l’assassinio del presidente cubano. La rottura opportunistica e strategica con la FNCA e la spallata di Noriega e dei suoi capi, interni all’amministrazione, ai terroristi del CLC si verificò all’interno di un processo accelerato di destabilizzazione nel mare del Caraibi, iniziato da Washington a gennaio, i cui obiettivi, nel breve periodo, sono Haiti, Venezuela e Cuba.
In questo contesto, il governatore Bush e Noriega sono state le figure centrali durante una cena che si svolse il 30 gennaio 2004, alla quale presero parte personalità della mafia anticastrista della Florida. L’evento aveva come finalità potenziare l’immagine del CLC e raccogliere fondi per la rielezione di Bush. Fu evidente l’assenza di elementi della FNCA, vittime, forse, della cosiddetta Operazione Aspiratirce che pretende di svuotare la FNCA di membri.
Washington ha però un problema: per i suoi antecedenti sovversivi i membri del direttivo del CLC sono impresentabili. Luis Zúñiga, Alberto Hernández, Horacio García e Feliciano Foyo fanno parte del gruppo paramilitare della FNCA che negli anni novanta portò a termine azioni terroriste contro obiettivi turistici di Cuba. Inoltre appoggiarono Luis Posadas Carriles e Gaspar Jiménez in vari attentati falliti contro il presidente Castro, tra i quali quello che si voleva realizzare durante la decima conferenza iberoamericana a Panama.
Per questo i nuovi volti della “ultradestra” di Miami sono Gus Machado, proprietario di una agenzia Ford in Florida e tesoriere di US-Cuba Democracy, e Leopoldo Fernández Pujals, un cubano che diventò milionario in Spagna con una catena di pizzerie a domicilio e che dal 1997 ha finanziato organizzazioni “schermo” della controrivoluzione come Centro Cubano e Reporter senza frontiere.
Tradotto da Laura Nava per Nuovi Mondi Media
Fonte:
www.cubadebate.cu/index.php?tpl=especiales-show¬iciaid=2071¬iciafecha=20...