è possibile che Bush ordini di aggredire Cuba per fini elettorali

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AiRe
00sabato 3 aprile 2004 01:54
Silvio Rodríguez : è possibile che Bush ordini di aggredire Cuba per fini elettorali

Il noto cantautore cubano Silvio Rodríguez considera possibile che Bush ordini di aggredire Cuba per i suoi scopi elettorali.

“Credo possibile che Bush e i suoi accoliti, vedendo che stanno perdendo credibilità in vista delle elezioni, vogliano utilizzare un’aggressione a Cuba per far sollevare gli indici delle inchieste” ha detto l’artista cubano rispondendo ad alcune domande di ammiratori realizzate via Internet e riprodotte nell’edizione digitale della rivista culturale La Jiribilla.

“Non sarebbe la prima volta che un presidente di quel paese commette un’aggressione per farsi vedere come un eroe di Hollywood” ha aggiunto Silvio, uno dei migliori creatori della Nuova Trova.

“Nel caso di una presunta aggressione è probabile che l’attacco abbia molte risposte oltre alla nostra... non credo che qualcuno a Cuba vada al di là, ma penso alle centinaia di migliaia di cubani che vivono negli USA e che vedrebbero il loro paese martirizzato e anche ai milioni di amici che ha Cuba da tutte le parti!” ha affermato.

“Se avvenisse un’aggressione militare nella mia Isola io chiederei a tutte le persone che ci conoscono di aiutarci come possono, dal luogo in cui stanno e possono e nel momento che possono!”

Silvio Rodríguez non è solo uno dei più famosi cantautori di Cuba e di molti altri paesi, ma è anche un Deputato dell’Assemblea Nazionale del Poder Popular, cioè il Parlamento. Egli ha affermato che non ha mai svolto una relazione incondizionata con le istituzioni o con le misure ufficiali, nemmeno da quando è deputato.

“Io difendo questo governo perchè credo che incarni il meglio della nostra essenza come paese e come storia. Non sono mai apertamente critico perchè vedo con estrema chiarezza le manipolazioni che si fanno immediatamente!”

Silvio ha ammesso di avere alcuni millimetri di disaccordo in alcuni settori o come dichiarò nell’Assemblea, pensa che “questa Rivoluzione è perfettibile!”

“Fidel Castro è una sorta di patriarca estremamente paterno, ma quando morirà noi cubani dovremo fare un immenso sforzo di fronte e quella perdita incomparabile, perchè se ci perderemo nei lamenti, cercheranno di distruggere l’opera meravigliosa che Fidel con tutti i cubani ha saputo creare!”

fonte www.granma.cu/italiano/2004/abril/vier2/silvio-it.html[SM=g27820]
AiRe
00martedì 6 aprile 2004 23:10
Il CLC, la nuova mafia cubana di Bush
di Carlos Fazio

Necessitando, per la sua rielezione, del voto dei cubani anticastristi di Miami, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, cambia amici. O mafia.
E, con l'appoggio di suo fratello Jeb Bush, si affida al Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC). Ma qual'è la storia del CLC?

Necessitando, per la sua rielezione, del voto dei cubani anticastristi di Miami, il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, cambia amici. O mafia.
Di fronte alla decadenza della Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA) - vecchio socio di avventure sovversive di varie amministrazioni della Casa Bianca - l’attuale capo dell’ufficio ovale sta potenziando l’appoggio, attraverso suo fratello Jeb Bush, governatore della Florida, al cosiddetto Consiglio per la Libertà di Cuba (CLC) che si situa alla destra delle organizzazioni estremiste e che propone l’impiego della violenza per destituire Fidel Casto e distruggere la rivoluzione cubana.
Clone della FNCA, il CLC nacque nell’agosto del 2001 a seguito di uno scisma che si produsse dopo il sequesto di Elián González (il bambino cubano trasferito negli Stati Uniti), la cui liberazione coinvolse l’immagine della fondazione di fronte alla comunità cubano-statinutense della Florida. Ma la crisi si verificò prima. La mancanza di carisma e di capacità dei leader, i problemi economici e gli errori politici di Jorge Mas Santos, che nel 1997 ereditò la direzione della FNCA alla morte del padre Jorge Lincoln Mas Canosa, acutizzarono la lotta per il potere nella FNCA.
Conosciuto come terrorista, Mas Canosa, che nel 1965 assoldò Luis Posadas Carriles affinchè collocasse delle mine nei porti di Veracruz contro imbarcazioni cubane, messicane, spagnole e inglesi, aveva creato la fondazione nel 1981, sotto gli auspici di Richard Allen, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Ronald Reagan. La FNCA ammise tra le sue fila elementi terroristi, ex ufficiali e politici della tirannia di Fulgencio Batista tra i quali vari agenti dell’ Agenzia Centrale di Intelligence (CIA), come lo stesso Mas Canosa e Ninoska Pérez, figlia di un repressore della polizia batistinana che per molti anni fu portavoce ufficiale della Lupa Feroce (FNCA), come la si chiama nei circoli di esilio di Miami, partecipò alla creazione del Consiglio per la Libertà di Cuba ed è uno degli otto membri del suo comitato esecutivo.
La creazione del CLC non ha comportato però una divisione tra gli elementi terroristici della FNCA. Lo scisma si è verificato in superficie ma l’ala paramilitare, clandestina, la faccia occulta, è rimasta intatta in seno alla nuova organizzazione, che viene tuttora spinta da Roger Noriega, un ultraconservatore che si presentò a Washington davanti all’Organizzazione degli Stati Americani e che occupa la posizione di sottosegretario di Stato per l’America Latina. Sotto il patrocinio di Noriega, il CLC creò un’organizzazione lobbista, il Comitato di Azione Politica US- Cuba Democracy, che ha come principale “ambasciatore” davanti alla casa Bianca il governatore della Florida, Jeb Bush.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Diario delle Americhe, il 22 dicembre scorso, nell’hotel Biltmore di Miami (lo stesso dove il 4 marzo il magnate venezuelano Gustavo Cisneros disse, durante una cena, che “stava seduto al lato del fututo presidente del Messico Jorge Castañeda"), Jeb, il fratello del Presidente Bush, partecipò al lancio della lobby che ha tra i suoi obiettivi quello di guadagnare influenza presso la Casa Bianca e aiutare la rielezione del Presidente.
“Dobbiamo aiutare il Presidente a ottenere la maggioranza al Congresso affinchè si veda obbligato a bloccare gli accordi sulle questioni relative a Cuba”, disse l’imprenditrice Remedios Díaz Oliver davanti a un pubblico selezionato dove, tra gli altri, c’era l’ex Segretario degli Alloggi e dello Sviluppo Urbano Mel Martínez che dirige la Commissione per la Democrazia a Cuba, creata da Bush l’anno scorso per accelerare le operazioni segrete nelle isole e controllare la “transizione alla democrazia” in una era post castrista.
Gli altri partecipanti erano Adolfo Franco della Agenzia Internazionale di sviluppo, che assicurò di essere in contatto con la “ dissidenza interna” e che utilizza come veicoli di penetrazione aRadio e TVMartì, emittenti sovversive finanziate dal Governo degli Stati Uniti e i candidati repubblicani del Congresso dalla Florida: Ileana Ros Lehtinen, Mario Díaz-Balart e Lincoln Díaz-Balart, che il 22 marzo dichiarò a Canal 41 di Miami che “a Cuba si impone il magnicidio di Castro” cioè, l’assassinio del presidente cubano. La rottura opportunistica e strategica con la FNCA e la spallata di Noriega e dei suoi capi, interni all’amministrazione, ai terroristi del CLC si verificò all’interno di un processo accelerato di destabilizzazione nel mare del Caraibi, iniziato da Washington a gennaio, i cui obiettivi, nel breve periodo, sono Haiti, Venezuela e Cuba.
In questo contesto, il governatore Bush e Noriega sono state le figure centrali durante una cena che si svolse il 30 gennaio 2004, alla quale presero parte personalità della mafia anticastrista della Florida. L’evento aveva come finalità potenziare l’immagine del CLC e raccogliere fondi per la rielezione di Bush. Fu evidente l’assenza di elementi della FNCA, vittime, forse, della cosiddetta Operazione Aspiratirce che pretende di svuotare la FNCA di membri.
Washington ha però un problema: per i suoi antecedenti sovversivi i membri del direttivo del CLC sono impresentabili. Luis Zúñiga, Alberto Hernández, Horacio García e Feliciano Foyo fanno parte del gruppo paramilitare della FNCA che negli anni novanta portò a termine azioni terroriste contro obiettivi turistici di Cuba. Inoltre appoggiarono Luis Posadas Carriles e Gaspar Jiménez in vari attentati falliti contro il presidente Castro, tra i quali quello che si voleva realizzare durante la decima conferenza iberoamericana a Panama.
Per questo i nuovi volti della “ultradestra” di Miami sono Gus Machado, proprietario di una agenzia Ford in Florida e tesoriere di US-Cuba Democracy, e Leopoldo Fernández Pujals, un cubano che diventò milionario in Spagna con una catena di pizzerie a domicilio e che dal 1997 ha finanziato organizzazioni “schermo” della controrivoluzione come Centro Cubano e Reporter senza frontiere.

Tradotto da Laura Nava per Nuovi Mondi Media
Fonte: www.cubadebate.cu/index.php?tpl=especiales-show¬iciaid=2071¬iciafecha=20...


tunera
00mercoledì 7 aprile 2004 11:40
attacco a Cuba?
ASSOLUTAMENTE IMPROBABILE.
da un punto di vista economico (la guerra in Iraq gli sta costando un saco di $) e da uno politico (sarebbe un suicidio elettorale).

E' il solito attacco di "cubacentrismo" che spesso viene ai cubani (pur con tutto il bene che gli voglio!)
AiRe
00giovedì 15 aprile 2004 00:27
fonti fresche fresche mi hanno spifferato che a cuba si stanno facendo delle grandi esercitazioni per prepararsi all'invesione degli USA!!!:34: :34: :34:
miagolino
00giovedì 15 aprile 2004 10:18
re
è rientrato un amico per le feste di Pasqua giorni fa, che ha delle attività a Cuba, ieri è venuto a trovarmi ed anche lui mi ha detto che effettivamente sembra che qualcosa bolla in pentola. A suo dire però non ci sono proprio i presupposti, cosa se ne fa poi l'america di Cuba? dove trova i soldi per l'eventuale democratizzazione? come immagine a livello mondiale sarebbe un bello sputtanamento e anche molto controproducente, visto cosa sta venendo fuori in Iraq, non credo che l'opinione pubblica di qualsiasi paese sia per un'altra invasione, però visto la cretinitità di bush[SM=x82299] :17: tutto può essere. Come diceva il mio amico è la solita manovra per tenere alto l'odio verso l'america e trovare le scusanti alle varie operazioni di polizia, infatti non a caso è una notizia che sta circolando nella calle.
saluti
AiRe
00venerdì 14 maggio 2004 02:49
non riesco a visualizzare la pagina comunque c'è un articolo inerente alla discussione in questa pagina www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=168385&...

vi copio l'inizio:

"CUBA: ambasciatore in Honduras, Usa preparano invasione
TicinOnline.ch - Switzerland
TEGUCIGALPA - Cuba si mantiene "in allerta" e si prepara militarmente in
quanto "una invasione da parte degli Stati Uniti non è mai stata così
vicina ..."
AiRe
00venerdì 14 maggio 2004 02:57
finalmente è comparsa la notizia!!!:yo: :yo: :yo:

Cuba: ambasciatore in Honduras, Usa preparano invasione





TEGUCIGALPA - Cuba si mantiene "in allerta" e si prepara militarmente in quanto "una invasione da parte degli Stati Uniti non è mai stata così vicina", secondo l'ambasciatore cubano in Honduras, Alberto Gonzales.

"Il nostro popolo è in allerta totale, la nostra rivoluzione è in allerta totale", ha detto Gonzales, sottolineando che i cubani sono "ben preparati" a fronteggiare una eventuale invasione. Il governo cubano ha convocato per venerdì mattina una "imponente marcia" sul lungomare dell'Avana contro la politica "fascista" del presidente Usa George W. Bush.

Bush ha annunciato la settima scorsa una serie di misure per inasprire l'ultraquarantennale embargo imposto da Washington all'isola.



ATS

www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=168385&...

'spetta che mando un sms ad Ale per capire se vede truppe statunitensi all'orizzonte!!!:19: :19: :19:

e se magari mi attaccano davvero l'isolotto e ci faccio una figuraccia!!![SM=g27831] [SM=g27831] [SM=g27831]
AiRe
00mercoledì 19 maggio 2004 22:22
Provvedimenti USA contro Cuba potrebbero precedere l'invasione

L'Avana, 18 mag (PL) Cuba ha denunciato oggi in questa capitale che lo scopo del governo degli USA nell'aggravare il blocco, potrebbe essere il provocare un'ondata migratoria che giustifichi un'aggressione militare.


Con gli ultimi provvedimenti annunciati dal presidente Bush, Washington pretende strangolare l'economia cubana e arrendere la popolazione con la fame e le difficoltà, ma anche provocare un'ondata migratoria disordinata che serva da scusa per un'invasione al nostro paese, ha assicurato il cancelliere cubano, Felipe Perez Roque.



In una conferenza stampa per ratificare lo svolgimento questa settimana di un dialogo con i cubani insediati all'estero, Pérez Roque ha argomentato che questo tema della migrazione è stato sempre manipolato dagli USA per "mettere più carne al fuoco".



Il blocco, i nuovi provvedimenti che lo aggravano e le regolazioni migratorie sono alcuni dei temi della III "Conferencia la Nación y la Emigración" che avrà sede al capitolino Palazzo dei Convegni dal 21 al 23 maggio.



Il titolare cubano ha detto che sarà un incontro come quelli anteriori, serio, rispettoso, e aperto tra delle persone che amano la loro patria, e ha precisato che verranno esclusi gli integranti di gruppi estremisti e terroristi che sostentano o appoggiano il blocco e le aggressioni.



Altri temi da trattare sono la politica culturale cubana e la sua diffusione all'estero da parte degli emigrati, così come la loro possibilità di investire qui e commerciare, come indica la Legge degli Investimenti Stranieri.



Perez Roque ha ricordato quanto hanno fatto le autorità locali per normalizzare i rapporti con l'emigrazione, tramite la riunificazione famigliare e la scarcerazione dei sanzionati da delitti contro la sicurezza dello Stato e facilitare i permessi di uscita alle persone con parenti all'estero.



Stando ai dati facilitati dal cancelliere, attualmente un milione e mezzo di cubani ed i loro discendenti vivono in 100 paesi, di cui un milione 300 mila vive negli USA, tra 60 e 70 mila in Spagna, e circa 50 mila, in Venezuela.

www.prensalatina.com.mx/article.asp?ID=%7B2876BE25-A909-11D8-B4B6-0060971B6540%7D&lan...
Baoren
00giovedì 20 maggio 2004 23:10
a me me pare 'na strunzat'
Con tutto il rispetto, aire, è solo una battuta, ma questo è il mio pensiero:

Attaccare Cuba non è esattamente una cazzata. l'esercito iracheno era assolutamente impreparato a parte i reparti scelti, mentre, a dispetto della sua esigua popolazione, Cuba possiede il secondo esercito più grande di tutta l'America Latina. In più è un esercito preparato, e non privo di mezzi. Anche con la schiacciante superiorità tecnologica invadere Cuba è un'impresa difficile, sicuramente non priva di perdite. Non credo che in campagna elettorale, con una guerra che già gli è costata molto in popolarità, si vada a rischiare una guerra sanguinosa. C'è una equazione, la possibilità di rielezione di un presidente è inversamente proporzionale alla quantità di morti (del suo paese) che causa. Non a caso la popolarità di Bush è in calo anche per questo. Da aggiungersi che il tipo di invasione che Cuba richiede è uno sbarco, il più difficile tipo di invasione, e sicuramente il più costoso, per mezzi e vite umane.
Ora, tutto si può fare, e non è per essere cinico, ma questa gente che ci governa ragiona così, SE I BENEFICI SONO SUPERIORI AI COSTI!
tanta fatica e tanto sangue per un paese ormai dalla pressoché nulla pericolosità, finita la guerra fredda; il rischio di trovare un altro pantano, per un paese senza risorse energetiche. e oltretutto il rischio che se le bombe non sono intelligenti, come penso, i cubani americani potrebbero anche incazzarsi per i loro morti innocenti; non credo che, dopo aver tagliato i fondi alle proprie famiglie, dopo averle bombardate, potrebbero anche votarlo. anticastristisì, alcuni, e non tutti. Ma NON toccarea un cubano la sua famiglia.

E un'ultima cosa. Diceva Napoleone: "se un uomo solo vuole dominare un popolo, deve anzitutto procurarsi un nemico".

Se chiudi i negozi, e fai sentire il popolo in allerta, il popolo si coagula su di te.

questo è quello che mi sembra di veder, comunque sia la mia è solo un'opinione. e francamente, scusami, ma spero di avere ragione. c'è già troppo sangue innocente a bagnare la terra.
AiRe
00venerdì 21 maggio 2004 03:51
ritengo anch'io assolutamente improbabile un attacco degli USA, ma visto che ultimamente mi arrivano diverse notizie al riguardo le segnalo

notizie un po' "eccentriche" provenienti da cuba, vi posso comunque assicurare che a cuba più di qualche turista mi ha segnalato che sono state veramente fatte delle esercitazioni per difendersi da un fantasioso attacco da parte degli USA...

quindi questa è una cosa che quel buon dittatore di Fidel vorrebbe far credere al popolo...
popolo che non so quanto possa veramente credere ad una cosa del genere visto che pur avendo embargo e tentando di limitare internet, a cuba le notizie fresche dai turisti ed appunto da internet ci arrivano ugualmente...

gli unici siti al momento che trattano l'argomento attacco da parte degl USA sono solo granma e prensalatina...
siti che definirei un "leggermente" di parte e pilotati dal dittatore...

ma ci sono anche questi siti e ne prendo atto pur ritenendo molte delle notizie lette delle baggianate!!!

vi porto un vecchio episodio accadutomi a cuba...
sul granma per alcuni giorni c'erano degli altricoli sulla mafia in italia...
bhè problema che almeno dalle mie parti non si sente o non sento minimamente vicino a me...
invece a cuba fuoco e fiamme su una cosa del genere...
immagino che non so per quale motivo in quel momento ce l'avessero con l'italia!!!
e per tutta la vacanza mi sono dovuto sentir dire italiani mafiosi (ancor più di quello che dicono di solito!!![SM=x82288] [SM=x82288] [SM=x82288] ) da tutti quelli che avevano avuto il granma tra i tentacoli...
alla fine comunque non mi lamento!!!
quelle sono le notizie che loro hanno ed anche qui in italia non è raro leggere la stessa notizia in modo completamente contrastante...
ma almeno qui abbiamo qualche opzione o libertà d'opinione!!!

meglio italia-libre che cuba-libre

poi sul motivi che possono portare ad una guerra ci sarebbe ancora da discutere!!!
parlo in generale e non per cuba...
ho visto un documentario sulla war economi ed il ragionamento fatto stava in piedi...

riassunto direi che una guerra la si fa perchè è giunto il momento di farla per riavviare l'economia con nuove tecnologie e nuovi bisogni che portano nuovi incassi e nuove necessità dalle quali guadagnare...
non s'è toccato come verrebbe da pensare il discorso petrolio come si potrebbe pensare per l'iraq...

alla fine vien da pensare che una guerra la si deve fare perchè è giunto il momento di farla per tornare a crescere

un po' freddo come ragionamento ma stava in piedi
Cocuyo
00venerdì 21 maggio 2004 14:33
tra poki giorni avrò un inkontro con "papa", el senor barbudo, kiederò a lui direttamente kome stanno le kose, poi, quello ke posso dirvi...vi dirò!!
xiao bandolerosssss uayyy ayyyy yayyyyyy
AiRe
00sabato 22 maggio 2004 01:15
acciderpolina ma te la senti veramente di fare l'inviato di guerra dopo aver già assistito alla precedente rivoluzione???[SM=g27831]

ora è un momento critico per mettere piede sull'isola!!!

li tra un po' raderanno tutto al suolo!!!

so che il giornalismo è la tua passione e che il momento è storicamente importantissimo, ma stai molto ma molto attento perchè la situazione, come mi spiegava Ale l'altro nostro inviato attualmente a Cuba, è veramente critica!!!

sono tutti barricati in casa!!!
tutti con le armi in pugno pronti a difendere la propria isola dal ritorno in massa degli USA!!! :36: :36: :36:

mica hanno più la spensieraterra per star li a jineterare oppure per ballare la salsa ed il reggaeton!!![SM=x82301] [SM=x82301] [SM=x82301]
i.gio
00sabato 22 maggio 2004 15:59
sono tornato lunedì da Cuba.
La situazione è la solita con la differenza che adesso nei negozi si vende solo mangiare o prodotti per la pulizia.
Per 1 giorno sono rimasti tutti chiusi spesso con la scritta "chiuso per inventario", poi hanno ricominciato ad aprire ma vendendo esclusivamente la merce suddetta.
Alcuni erano ancora chiusi con la scritta "chiuso fino a nuovo ordine"
Per il resto tutto era "normale" come sempre, normale per Cuba ovviamente con la televisione che parlava continuamente delle "medidas" di Bush.
AiRe
00sabato 22 maggio 2004 23:27
ma i prodotti venduti nelle tiendas arrivano solo, in parte o neppure uno dagli USA???
i.gio
00domenica 23 maggio 2004 04:27
il fatto è che il giorno prima i negozi erano pieni di qualsiasi cosa ma poi il telegiornale serale del 10 maggio annunciò che come risposta ai provvedimenti di Bush i negozi cubani avrebbero venduto solo generi di primaria importanza e quindi mangiare e prodotti per la pulizia.
Il giorno dopo io credevo di trovare ancora tutto fino ad esaurimento ma i negozi erano tutti chiusi e si provvedeva ad eliminare gli articoli che non si potevano più vendere impacchettandoli e mandadoli dietro e così alcuni negozi presentavano il cartello: "chiuso per invetario" altri "chiuso fino a prossimo ordine" eppure fuori i negozi c'era sempre la consueta fila, anzi addirittura una fila maggiore del solito!!!

Dal giorno seguente molti hanno ricominciato ad aprire ma appunto dopo aver lasciato solo gli articoli vendibili.
Su un negozio che in genere vendeva di tutto ed era di 2 piani il 13 maggio c'era scritto "rimarremo aperto come di consueto tutto l'anno e venderemo articoli alimentari (ma non alcolici) e articoli per l'igiene (ma non profumi)." In pratica rimaneva aperto metà del primo piano, l'atra metà del piano e il secondo erano chiusi e completamente vuoti.


i.gio
00domenica 23 maggio 2004 16:57
Personalmente credo sia impossibile che gli USA attacchino Cuba, si inimicherebbero l'opinione pubblica mondiale perchè come tutti sanno Cuba è una paese pacifico e quindi non esiste alcun motivo per attaccarlo militarmente.

Ci sono delle voci lo so anche io ma le ritengo false.
Magari è proprio il governo cubano a far circolare certe voci e a fingere di difendersi contro chi non ha alcuna intenzione di attaccarlo.
Fox Molder
00domenica 23 maggio 2004 18:03
Re:
I.gio.
ci sono dichiarazioni di alcuni personaggi di spicco dell'amministrazione Bush (capo di stato Maggiore, ministro etc..etc...) che paventano anche questa ipotesi...
Ricorati che Cuba è dagli USA inserita nella lista degli "Stati Canaglia" accusata di aiutare terroristi e produrre (ma non l'hai già sentita in altre occaasioni?) armi chimiche non permesse.
Anch'io credo che non accada, ma non sono certo loro ad inventarsi le cose, magari le amplificano, ma non le inventano.

Fox
Baoren
00martedì 25 maggio 2004 23:04
...mmm...
benché abbia già espresso parere negativo riguardo un eventuale attacco USA, vorrei aggiungere che non sempre una analisi razionale funziona.

Viste l'idiozia, la stupidità e l'aggressività di questa sanguinaria amministrazione americana, benché assolutamente improbabile, tutto è possibile...
AiRe
00venerdì 23 luglio 2004 02:26

Esteri

21 lug 23:09 Cuba: Cason, "Gli Usa non vogliono invadere l'isola"


L'AVANA - "Non vogliamo invadere Cuba ne' promuovere un'azione militare che possa abbattere lo stato di polizia cubano". Lo ha detto ieri in una conferenza stampa James Cason, capo della sezione di interessi statunitense a L'Avana. Cason ha anche reso noto che gli Stati Uniti hanno consegnato tutti i 20mila visti annuali ad altrettanti cittadini cubani previsti dagli accordi migratori firmati nel 1995 dai due Paesi. (Agr)


www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id=%7B4C0AF5D5-1F57-483D-9AB7-DB1386B...

nota di AiR
questa notizia la segnalo anche al Granma così si mettono il cuore in pace!!![SM=x82304]
fatelo anche voi ed aiutate la stampa cubana a scrivere qualche fesseria in meno!!![SM=x82304] [SM=x82304] [SM=x82304]
AiRe
00domenica 10 ottobre 2004 02:15
L'Avana. 8 ottobre 2004



I piani degli Stati Uniti per attaccare militarmente Cuba

Eva Björklund

Il Governo di Cuba da tempo sta denunciando che esistono questi piani che non sono mai stati presi sul serio dai governi e dai mezzi di comunicazione europei. Anzi si può dire che sono stati circondati da un silenzio completo.

Recentemente l’Istituto Interamerican Dialogue ha abbordato questo fatto con una lettera indirizzata al segretario di stato degli USA, nella quale un buon numero di politici, professionisti e altri funzionari internazionali, includendo Pier Shori ex ministro di Assistenza allo Sviluppo e ambasciatore della Svezia presso la ONU, sconsigliano un’invasione militare.

Costoro avvisano che una simile invasione produrrebbe più danni che benefici (che benefici possibile potrebbe dare? chiedo io!) e che la politica che gli USA pensano di imporre a Cuba provocherebbe una resistenza popolare che danneggerebbe gli interessi degli Stati Uniti nell’emisfero occidentale.

Non avvisano però che sarebbe una violazione grave del diritto internazionale e si raccomandano che l’obiettivo essenziale della politica degli USA dovrebbe essere una “transazione pacifica”, cioè continuare la guerra economica, la campagna di propaganda contro l’Isola e le attività sovversive.

Non c’è dubbio che gli autori della lettera condividono la convinzione del regime degli Stati Uniti sulla loro priorità morale, sulla superiorità che probabilmente va attribuita anche alla Unione Europea con il diritto di comando sui sistemi degli altri paesi subalterni, soprattutto per ciò che riguarda l’apertura al mercato internazionale, diritto che sarebbe applicabile anche a Cuba.

Nonostante tutto questo la lettera è importante perchè mette in luce il carattere reale e vero della minaccia contro Cuba che i mezzi di comunicazione e la élite politica a livello internazionale, come in Svezia, hanno sempre taciuto.

Quello che motiva la lettera scritta da Pierre Shori e gli altri firmatari a Colin Powell e il programma per recuperare il controllo su Cuba che questi ha presentato lo scorso 6 maggio e che i mezzi di comunicazione della Svezia hanno ignorato. Per cominciare il programma prevede una spesa di 5 milioni di dollari per rafforzare la propaganda contro Cuba in Europa e nel mondo, per far accettare la presa di potere con metodi militari se sarà necessario. Questi milioni verranno destinati tra le altre cose all’organizzazione di conferenze internazionali di appoggio ai piani degli USA per formare un governo di transizione a Cuba.

Come per casualità la prima conferenza si svolgerà a Praga questa settimana con la partecipazione di Jean Kirkpatrick, che è stata ambasciatrice presso la ONU con il governo di Reagan, di un numero di politicanti dell’America Latina e dell’Europa dell’est, affini agli Stati Uniti, inoltre ci saranno i cubani di estrema destra esiliati e un paio di liberali svedesi. L’interesse di appoggiare i piani degli Stati Uniti è cresciuto dal 1996, l’anno in cui è cominciato a giungere il denaro da Washington a una ritmo sempre più forte, il cui proposito era rompere la resistenza europea per assaltare una nazione sovrana.

Di questi 59 milioni cinque sono stati riservati per una campagna di solidarietà internazionale destinata ad ottenere appoggi da parte dei governi e da organizzazioni straniere per i gruppi finanziati dagli USA che si trovano a Cuba e all’estero. Un altro disegno prevede di ottenere che questi governi e organizzazioni dissuadano la gente dall’andare a Cuba come turisti. Questo per far perdere a Cuba delle entrate necessarie. In questo capitolo si raccomanda “Reporters senza frontiere”, con la sua campagna contro il turismo a Cuba, orchestrata a Parigi nell’inverno del 2003 - 2004 con finanziamenti provenienti da fonti molto vicine alla mafia dell’esilio cubano a Miami. Le ambasciate degli Stati Uniti nel mondo oggi hanno personale per la distribuzione dei volantini del dipartimento di stato per il coordinamento delle azioni di condanna al “regime castrista”.

Una delle componenti più pericolosa di questo programma sono le emissioni TV di propaganda, cominciate nell’agosto scorso, effettuate con un aereo militare con attrezzature speciali che circola ogni giorno attorno a Cuba e può originare la provocazione che potrebbe giustificare un’aggressione militare da parte degli Stati Uniti.

Il futuro dei cubani, sotto il comando degli Stati Uniti, è descritto con lusso di dettagli nel capitolo quattro della relazione che ha più di 450 pagine. È un programma dettagliato per la nuova privatizzazione di tutta l’Isola, la dissoluzione delle cooperative agricole, l’allontanamento degli agricoltori, il recupero degli edifici multi familiari e lo sfratto delle famiglie, l’eliminazione del sistema pensionistico e del sistema di benessere sociale che oggi garantisce educazione gratuita e servizi di salute altrettanto gratuiti. Il coordinamento dell’occupazione nordamericana nominerà giudici e organizzerà la polizia, disegnerà il sistema elettorale e autorizzerà i partiti politici. Alla fine dei conti non si tratta di riprendere il controllo economico e politico di Cuba, ma di farne uno stato vassallo.

Gli autori della lettera sottolineano che gli USA con le aggressioni reiterate pretendono di istigare la violenza e la destabilizzazione sociale a Cuba. William D. Rogers, ex funzionario del dipartimento di stato, dice che il piano di misure del regime di Bush per ottenere un cambiamento di regime a Cuba è “orribile” e che l’intervento che gli Stati Uniti pianificano per Cuba sarebbe l’azione più esplosiva degli USA in America Latina da 50 anni in qua. Wayne Smith, ex capo della sezione di interesse degli USA all’Avana, constata che si tratta di un programma di pura occupazione.

L’importante è che questi piani trascendano e vengano divulgati: se i popoli si renderanno conto del terribile meccanismo che si sta mettendo in moto per quando il regime che occupa Guantanamo si estenderà su tutta l’Isola, sono convinta che esigeranno dai loro politici che affrontino gli Stati Uniti per impedire questo genocidio.

www.granma.cu/italiano/2004/octubre/vier8/planes-it.html
AiRe
00domenica 10 ottobre 2004 02:25
infatti, come hanno ampliamente discusso più e più volte i due signori della foto qui sotto, la futura invasione di cuba da parte del loro esercito potrà decidere chi sarà il prossimo presidente USA...:34: :34: :34:

è li che si giocherà tutta la campagna elettorale...:34: :34: :34:

la grande comunità latina darà il voto a bush (come già ha fatto nelle precedenti elezioni) che vuole attaccare anche cuba o darà il proprio voto al più moderato kerry???:34: :34: :34:

ja ja ja[SM=x82298]


AiRe
00giovedì 9 dicembre 2004 01:29
08 dic 07:23 Cuba: avvertimento agli Usa, "Non provate a invadere l'isola"


L'AVANA - Cuba lancia un monito agli Stati Uniti: "Non provate a invadere l'isola, ripetereste gli errori fatti in Vietnam e Iraq". Lo ha detto Raul Castro, ministro della Difesa di L'Avana e fratello minore di Fidel. Il ministro ha aggiunto che le esercitazioni congiunte di militari e civili, in programma dal 13 al 19 dicembre, saranno una prova delle capacita' difensive cubane. (Agr)

www.corriere.it/ultima_ora/agrnews.jsp?id=%7BAB4DE0C6-0501-48DF-914B-BA7C2C4...
AiRe
00giovedì 9 dicembre 2004 01:31
ma è vero che Raoul Castro è un maricon???[SM=x82305]

m'è giunta voce in questi giorni...[SM=x82311]
AiRe
00giovedì 16 dicembre 2004 03:25
13/12/2004 - 17:15


Cuba: manovre militari, Fidel mostra i muscoli a Bush






L'AVANA - Fidel Castro ha dato il via oggi ad una settimana di manovre militari, le maggiori mai realizzate nell'isola dal 1986, che prevedono anche la mobilitazione di quattro milioni di cittadini per mostrare agli Stati Uniti "la capacità difensiva dei cubani" in vista di una temuta invasione militare statunitense dell'isola.

"Queste manovre le facciamo affinché gli Stati Uniti le osservino bene", ha detto nei giorni scorsi Raul Castro, capo delle Forze armate rivoluzionarie cubane e fratello minore del lider maximo. L'inizio dell'operativo militare coincide con l'arrivo all'Avana del presidente venezuelano Hugo Chavez, il più stretto alleato di Castro in America latina.

Le manovre militari, denominate "Bastion 2004", dureranno fino al 19 dicembre prossimo e serviranno a dimostrare "l'unità, la capacità e la preparazione difensiva dei cubani", ha rivelato il generale Leonardo Andollo, vice capo di stato maggiore delle Forze armate cubane.

Nei primi cinque giorni di manovre saranno impegnati circa 100'000 militari di esercito, marina ed aeronautica, ai quali si aggiungeranno i 400'000 effettivi della riserva. "Circa 4 milioni di cittadini parteciperanno agli ultimi due giorni di esercitazioni", ha annunciato Andollo. Le manovre si richiamano alla strategia di Fidel Castro di "una guerra di tutto il popolo" nel timore di una invasione militare da parte di Washington.

Il Lider Maximo cubano ha messo in guardia il presidente statunitense George W. Bush dopo la sua rielezione alla Casa Bianca a non invadere Cuba, "pena una pesante ed umiliante sconfitta". Caccia Mig 29, batterie antiaeree con cannoni da 100 mm, squadre di tiratori scelti, mezzi blindati e diverse navi da guerra sono stati mobilitati da oggi in tutta l'isola. "Ogni patriota cubano, ogni rivoluzionario farà la sua parte", ha detto Andollo.

Il sistema di difesa preventiva cubano prevede che ad ogni cittadino corrisponda un posto di combattimento nelle 1400 zone prestabilite in caso di aggressione dell'isola. "Gli Stati Uniti non devono commettere l'errore di sottovalutare il nostro popolo, così come hanno fatto in Vietnam e in Iraq", ha detto Raul Castro.



www.tio.ch/common_includes/pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=190276&...
AiRe
00giovedì 16 dicembre 2004 03:27
WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 13 DICEMBRE 2004
Cuba simula l'invasione americana e avverte: "Siamo pronti a resistere"
REDAZIONE

Sono iniziate oggi a Cuba le più imponenti manovre militari (nome in codice "Bastion 2004") mai realizzate nell'isola dalla fine della guerra fredda. Il regime di Fidel Castro sente il fiato dell'amministrazione americana sul collo ed ha pertanto deciso di mostrare alla Casa Bianca le capacità militari del suo esercito e soprattutto della sua popolazione. La grande simulazione non riguarda infatti solo le forze armate, ma anche la popolazione civile, che in caso di attacco statunitense, assicura L'Avana, reagirà compatta e respingerà l'invasione.

"Queste manovre le facciamo affinché gli Stati Uniti le osservino bene. Serviranno a dimostrare l'unità, la capacità e la preparazione difensiva dei cubani - ha affermato recentemente Raul Castro, ministro della Difesa dell'isola nonché fratello minore del dittatore - gli Stati Uniti non devono commettere l'errore di sottovalutare il nostro popolo, così come hanno fatto in Vietnam e in Iraq".
Ha ovviamente commentato le operazioni anche il presidente Fidel Castro, che ha promesso agli americani "una pesante ed umiliante sconfitta" se proveranno ad invadere l'isola.
"Circa quattro milioni di cittadini parteciperanno agli ultimi due giorni di esercitazioni (che dureranno fino al 19 dicembre, ndr) - ha spiegato il generale Leonardo Andollo, vice capo di stato maggiore delle Forze armate cubane - ogni patriota cubano, ogni rivoluzionario farà la sua parte".

Nel frattempo, la Casa Bianca starà certamente studiando la situazione. Il Governo di George W. Bush non ha mai nascosto il desiderio di sfrattare Castro dall'isola.
Lo scorso 3 dicembre il capo dell'ufficio Affari latino-americani del dipartimento di Stato americano Roger Noriega aveva assicurato che il presidente degli Stati Uniti d'America George W. Bush ha deciso di liberare Cuba dalla tirannia entro lo scadere del suo secondo mandato.
"Io credo fortemente che il popolo di Cuba debba essere libero dal tiranno - aveva affermato lo stesso Bush lo scorso 1 novembre, a poche ore dal voto che lo avrebbe riconfermato presidente - noi non ci daremo riposo fino a quando il popolo cubano non godrà all'Avana delle stesse libertà che ha conosciuto qui in America".
AiRe
00giovedì 16 dicembre 2004 03:28
ma con tutti i problemi che ci sono a cuba questo barbuto va a sperperare i quattrini e far perdere tempo al proprio popolo in questo modo!!![SM=x82290] [SM=x82290] [SM=x82290]

ma dimmi tu!!![SM=x82288] [SM=x82288] [SM=x82288]
AiRe
00venerdì 17 dicembre 2004 05:30
E’ INIZIATO ‘BASTION 2004’
“Cuba si trasformerà in un
enorme vespaio che metterà in fuga
ogni aggressore”

Compatrioti:

A partire da questo momento e per i prossimi sette giorni, si svilupperà l’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’.

Decine di migliaia di combattenti, ai quali sabato e domenica si uniranno milioni di cubani durante lo svolgimento delle Giornate Nazionali della Difesa, parteciperanno alla preparazione complessiva del paese per affrontare un’aggressione militare. Verrà sperimentata l’efficacia delle misure previste per adattare l’economia ad una situazione di guerra e si perfezionerà la coesione degli organi di direzione e comando ai differenti livelli.

La qualità del lavoro preparatorio svolto permette di affermare che sono state poste le basi affinché questa importante esercitazione si sviluppi con successo. Adesso è indispensabile lavorare con il massimo dell’efficienza e della creatività.

E’ da molti anni che il nostro scopo principale è stato quello di evitare la guerra, coscienti che l’unica forma di impedire l’aggressione è rendere chiaro che Cuba, se invasa, si convertirebbe da un estremo all’altro in un enorme vespaio che metterà in fuga ogni aggressore, per quanto potente questo sia. Alla fine il nemico dovrà ritirarsi dissanguato e sconfitto, perché questa sarebbe la Guerra di Tutto il Popolo.

Come disse circa trent’anni fa il compagno Fidel: “Fino a quando esisteranno l’imperialismo, il Partito, lo Stato ed il popolo le esigenze della difesa verranno curate al massimo. Non abbasseremo mai la guardia rivoluzionaria. La storia insegna in modo fin troppo eloquente che coloro che dimenticano questo principio non sopravvivono all’errore”.

In ottemperanza a quantro espresso, in difesa della vita e dell’opera del nostro popolo, nel nome del nostro Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, ordino l’inizio dell’Esercitazione Strategica ‘Bastion 2004’.


www.granma.cu/italiano/2004/diciembre/mier15/raul-it.html
AiRe
00lunedì 13 giugno 2005 03:03
CUBA: NASCE TRIBUNALE CONTRO IL TERRORISMO, VUOLE PROCESSARE I BUSH
L'Avana, 11 giu. - (Adnkronos) - Nasce a Cuba il Tribunale emisferico contro il Terrorismo e per la Difesa dei diritti umani, dinanzi al quale verranno giudicati i responsabili di ''atti terroristici'' in America Latina e nel Caribe. Ad annunciarlo e' stata la televisione dell'Avana, secondo cui i primi a essere chiamati sul banco degli imputati saranno l'ex presidente degli Stati Uniti George Bush e i suoi due figli, George W. Bush, e Jeb Bush, governatore della Florida, coinvolti nei tentativi di rovesciare alcuni regimi latinoamericani che hanno condotto ad assassini politici, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni.

www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Esteri&loid=1.0.50848809
AiRe
00mercoledì 3 agosto 2005 03:46
Quando i falchi volano basso
di Fabrizio Casari
02 Aug 2005
Un falco. Un estremista. Uomo incapace di mediare e di parlare. Comunque lo si sia voluto definire, da oggi Roger Noriega, sottosegretario Usa per l'America latina, è soprattutto un "ex". Le dimissioni del funzionario oltranzista, che ha dedicato la sua missione a minacciare Cuba, Venezuela e Nicaragua, sono arrivate sulla scrivania della signora Condoleeza Rice, di lui grande supporter. Il portavoce Sean Mc Cormak non ha indicato quale sarà il successore, la cui nomina dipende esclusivamente da Gorge W. Bush. Come già qualche tempo addietro con Otto Reich, compare d'avventura di Noriega, la Casa Bianca pare intenzionata a ridipingere la facciata (non certo le fondamenta) della sua politica verso l'America latina utilizzando personaggi meno abituati a raccogliere delusioni e sconfitte.
Originario del Kansas e nipote di messicani, prima di essere designato al Dipartimento di Stato, Noriega era stato ambasciatore Usa nella OEA (l'Organizzazione degli Stati americani) e funzionario della Commissione Internazionale di Congresso e Senato, dove svolse il ruolo di assistente del Senatore Jesse Helms, per il quale scrisse la legge Helms-Burton, vero e proprio concentrato di pirateria internazionale contro Cuba. Noriega era non a caso appoggiato dal gruppo più reazionario di deputati e senatori di origini cubane, che hanno duramente lottato perché restasse al suo posto. Sono invece stati battuti da altri congressman che auspicano (inutilmente) una politica meno aggressiva nei confronti di Cuba e Venezuela.

Per la successione di parla di Thomas Shannon, diplomatico di carriera fedelissimo della Rice, con la quale ha lavorato nel Consiglio di Sicurezza della Casa Bianca.
L'uscita di scena di Noriega, come già dichiarato dal portavoce Mc Cormak "non cambierà la politica Usa in America latina" e a conferma di ciò, va registrata la nomina di Caleb Mc Carry come coordinatore del programma per la transizione cubana, struttura incaricata di aumentare la pressione su Cuba attraverso azioni diplomatiche, finanziarie e militari.

Da Settembre, dunque, Noriega si darà al business, passione mai del tutto abbandonata anche durante lo svolgimento del suo mandato. Mandato del quale si ricordano sostanzialmente, oltre le reiterate minacce ed ingerenze, una fila di fallimenti che deve aver fatto riflettere seriamente l'entourage di Bush circa l'utilità di mantenere al suo posto l'ex portaborse di Jesse Helms.

Con Otto Reich, Noriega ha infatti collezionato sconfitte che hanno seriamente indebolito le politiche aggressive degli Usa verso il centro-sud America, a cominciare dal fallito colpo di Stato in Venezuela, per passare al mancato accordo del centro-destra nicaraguese in funzione antisandinista e culminate con la sonora sconfitta dell'ex Presidente salvadoregno Francisco Flores quale candidato della Casa Bianca a Segretario Generale dell'OEA cui venne preferito il cileno José Insulza.
La notizia delle dimissioni di Noriega è stata commentata anche a Cuba, per bocca del Presidente del Parlamento Ricardo Alarcon: "Mi mancheranno le idiozie di Noriega, davvero era un personaggio comico" ha detto l'alto dirigente cubano, certo più diplomatico del vicepresidente venezuelano Josè Rangel che, riferendosi alle ultime dichiarazioni di Noriega sul Venezuela, lo ha apostrofato come "cadavere che dice idiozie".

La fine della carriera politica di Noriega, come già di Otto Reich, pur rappresentando una buona notizia per gli appassionati del diritto internazionale, potrebbe poi essere seguita da un'altra che vede, sempre a Settembre, le dimissioni di James Cason da "ambasciatore" statunitense all'Avana. L'ineffabile Cason, il cui comportamento grottesco e provocatorio ha già suscitato aspre critiche nella Camera e nel Senato Usa, sarebbe infatti in procinto di lasciare il suo incarico dopo aver collezionato, anch'egli, una robusta dose di figuracce. Lo smantellamento della triade reazionaria potrebbe però un contenzioso con la comunità cubanoamericana associata alla famiglia Bush, che da Noriega, Reich e Cason si sentiva pienamente rappresentata e che ora, pur in presenza della nomina di Caleb Mc Carry, prontamente intervenuta proprio per evitare frizioni eccessive tra la Casa Bianca e la lobby cubanoamericana, potrebbe non risultare sufficiente.

Ma Bush ha dovuto scegliere una relazione diversa con Congresso e Senato in vista dell'ultima tappa del suo secondo mandato. I segnali arrivati sulla vicenda Bolton sono stati chiari. Il presidente petroliere, impantanato in Irak, con una situazione economica ogni giorno più preoccupante e l'America latina che si sposta sempre più a sinistra, ha bisogno di una politica estera condivisa dai due rami del Parlamento. Qualcosa di più che l'appoggio di fuoriusciti cubani ammalati di nostalgia e assetati di sangue.


Fabrizio Casari
f.casari@reporterassociati.org

www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&...
ocram71
00mercoledì 3 agosto 2005 11:02
Un’altro servitore contro Cuba
nella Corte di Bush: Il consulente Caleb

NICANOR LEÓN COTAYO

Bush si è nuovamente immischiato in modo grossolano negli affari interni di Cuba nominando uno dei suoi uomini per coordinare pubblicamente azioni sovversive contro l’Isola.

Si tratta del consulente Caleb Mc Carry, che ha lavorato 8 anni nel Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti e adesso diventa gladiatore per la democrazia a Cuba.

La creazione della carica e la nomination del Coordinatore sono stati anticipati in un documento che ha fatto conoscere Bush il 6 maggio dell’anno scorso, scritto dall’allora segretario di Stato Colin Powell e da altri funzionari del suo Governo.

Quel gruppo ha ricevuto il cinico nome di Commissione per l’Assistenza a una Cuba Libera e in poco più di 450 pagine ha particolareggiato il modo in cui concepisce prima assassinare la Rivoluzione cubana e poi imporre qui una società prefabbricata nella Casa Bianca.

Anche in Iraq hanno nominato un coordinatore statunitense, una specie di capo-pastore della grande fattoria, ma per farlo hanno prima dovuto invadere quella nazione e poi occuparla militarmente.

Nel caso di Cuba è stato nominato senza aver fatto né una cosa né l’altra. Perfino sapendo benissimo che se aggredissero questa nazione si imbatterebbero in una resistenza molto superiore a quella conosciuta in Iraq.

È stato presentato giovedì nel Dipartimento di Stato dal suo capo Condoleezza Rice, davanti a un pubblico composto da funzionari nordamericani e da gente dell’estrema destra di origine cubana residente a Miami.

Secondo la Rice in questo caso la nomina "agevolerà e accelererà la transizione finale a un Governo democratico a Cuba".

Caleb ha affermato nella cerimonia che "è responsabilita del mondo civilizzato agire per fare in modo che la famiglia cubana si riunisca sotto la libertà politica ed economica".

Il congressista repubblicano di origine cubana Lincoln Díaz-Balart ha riassunto il parere dei suoi dichiarando che Mc Carry "è altamente qualificato per essere il coordinatore principale della politica di Bush verso Cuba".

Questo avviene quando The New York Times ha appena informato che perfino rilevanti avvocati delle Forze Armate degli USA hanno protestato per scritto contro i tormenti subiti dai prigionieri del Pentagono nella base nordamericana di Guantánamo.

Cosa succederebbe se Cuba nominasse una figura del suo Parlamento allo scopo di spingere per una transizione negli USA capace di frenare la vendita in massa di cocaina, marijuana e altre droghe illegali che ha luogo in molte vie di quel paese?

Cosa succederebbe se a Cuba fosse designato un funzionario per accelerare una transizione negli USA che applicasse a fondo il bisturi fino a giungere all’accaduto nella frode elettorale del 2000 nella Florida che portò Bush alla Presidenza?

Cosa accaderebbe se dall’Avana si stimolasse una transizione che riuscisse a risolvere il caso dei 44 milioni di nordamericani senza assicurazione medica, o la vergognosa crisi che colpisce molte delle loro scuole pubbliche?

Lo scandalo della Casa Bianca scuoterebbe il pianeta e metterebbe in allarme i suoi più intimi alleati nella sacrosanta missione di disseminare la loro democrazia per il mondo.

Ma esibiscono Caleb Mc Carry come importante servitore di un comportamento che eleva la condotta di gangster alla categoria di politica ufficiale di Washington.

Con questo passo sono stati crocifissi i "dissidenti" partoriti qui dal Governo statunitense. Li hanno lasciati totalmente nudi e senza un piccolo ramo dove sostenersi.

Come vedranno nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU tutto quanto detto?

L’Organizzazione degli Stati Americani dirà la sua o continuerà a mantenere un rispettoso silenzio? Dimostrerà di esserne a conoscenza l’UE? Aspettiamo.

www.granma.cu/italiano/2005/agosto/mar2/caleb-it.html


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