versione 3f x merc.

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versione 3f x merc.
00domenica 12 febbraio 2006 11:59
Sapute queste cose, i capi della Britannia, che dopo la battaglia erano venuti da Cesare, dopo aver parlato tra loro, comprendendo che ai Rimani mancavano, cavalieri, navi e frumento e conoscendo il piccolo numero dei soldati dalla esiguità degli accampamenti, che erano anche più piccoli per questo, perché Cesare aveva trasportato le legioni senza carriaggi, pensarono ottima cosa da farsi, ripresa la guerra, impedire ai nostri rifornimento e vettovagliamento e portare la situazione all'inverno, perché, vinti questi e impediti dal ritorno, confidavano che in seguito nessuno sarebbe passato in Britannia per dichiarare guerra.Così di nuovo, fatta un'alleanza, a poco a poco cominciarono ad uscire dagli accampamenti e di nascosto richiamare i loro dalle campagne.
versione x merc 3f
00lunedì 27 febbraio 2006 22:03
versione x merc 3f
ATTENZIONE è SOLO METà!!!


Versione:
Cum acerrimi viri praestantem prudentiam in omnibus rebus
cognoscerent, pertimuerunt, ne caritate patriae ductus aliquando ab ipsis
descisceret et cum suis in gratiam rediret. itaque tempus eius
interficiundi quaerere instituerunt. id Alcibiades diutius celari non potuit:
erat enim ea sagacitate, ut decipi non posset, praesertim cum animum
attendisset ad cavendum. itaque ad Tissaphernem, praefectum regis
Darii, se contulit.

Traduzione:
Gli Spartani, poichè gli asprissimi uomini conoscevano un' esperienza
eccellente in tutte le cose, erano spaventati, che (Alcibiade) un giorno
guidato dall'amore della patria si staccasse da loro e tornasse in favore
con i suoi. E così cominciarono a chiedere il tempo del suo perire.
Alcibiade non potè celare a lungo questa cosa (=id?): egli era infatti con la
sua sagacia, che non potè [decipi?], tanto più che l'animo stava attento a
guardarsi.E così si recò da Tidaferne, prefetto del re Dario.

versione x merc 3f
00lunedì 6 marzo 2006 15:51
versione x merc 3f
bello illo maximo quod Athenienses et Lacedaemonii summa inter se contentione gesserunt, Pericles ille et auctoritate et eloquentia et consilio princeps civitatis suae, cum obscurato sole tenebrae factae essent repente, Atheniensiumque animos summus timor occupavisset, docuisse civis suos dicitur, id quod ipse ab Anaxagora cuius auditor fuerat acceperat, certo illud tempore fieri et necessario, cum tota se luna sub orbem solis subiecisset; itaque etsi non omni intermenstruo, tamen id fieri non posse nisi intermenstruo tempore. quod cum disputando rationibusque docuisset, populum liberavit metu; erat enim tum haec nova et ignota ratio, solem lunae oppositu solere deficere, quod Thaletem Milesium primum vidisse dicunt.

in quella famosa lunghissima guerra, poiché gli ateniesi e gli spartani combatterono fra loro con sforzo eccezionale, si dice che il celebre Pericle, il migliore della sua città sia in autorità, sia in eloquenza che in saggezza, essendo calate le tenebre, una volta oscuratosi il sole repentinamente, e avendo un grandissimo timore invaso gli animi degli ateniesi, abbia insegnato ai suoi cittadini ciò che egli stesso aveva appreso da Anassagora, di cui era stato discepolo: (disse) che quel fenomeno avveniva in un periodo determinato, ed essendosi necessariamente l'intera luna posta sotto il disco solare, e poteva avvenire solamente in una fase di novilunio. E avendo spiegato questo fenomeno con la discussione e le motivazioni, liberò il popolo dal timore: c'era infatti questa nuova ignota teoria: cioè che il sole di regola si eclissa per l'opposizione della luna, cosa che si dice che per primo abbia notato Talete di Mileto.
LOI
00mercoledì 8 marzo 2006 21:39
grazie mille ma chi sei?
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