Ho trovato una trattazione interessante su un link di internet
http://www.araldicavaticana.com/araldica_ecclesiastica.htm
"Mitra: Copricapo liturgico a forma semi-ovale o piramidale. Vi sono tre tipi di mitra a seconda dell’ornamentazione: la mitra preziosa, la mitra d’oro (aurifregiata), la mitra semplice di colore bianco. Due nastri del colore della mitra, bianchi o dorati, scendono verso il basso, dalla parte posteriore, In origine simbolo del pontefice - riadottata da S.S.Bendetto XVI - e dei cardinali fu concessa nel secolo XI ai vescovi (aurifregiata), abati e canonici (semplice). La mitra, copricapo liturgico, è il simbolo primario dell’ordine episcopale; è insegna pontificale e di conseguenza, appartiene ai vescovi, che sono i veri pontefici, in quanto godono della pienezza del sacerdozio. La mitra, nella forma attuale, è un copricapo a soffietto, di forma rotonda, con le due parti terminanti in punta (cornua), e con la parte posteriore ornata di due infule. Fino alla metà del secolo XII, la mitra, che risultava di forma molto bassa, si portava con le punte sopra le orecchie; dal secolo XIV aumenterà, invece, in altezza e larghezza e verrà sempre di più ornata di ricami e di pietre preziose. A seconda dell’uso, si distinguevano tre tipi di mitra: la mitra semplice, di seta o di tela di lino bianca, con le frange delle infule di rosso, che viene tuttora usata nelle funzioni dei defunti e nel Venerdì Santo; la mitra aurifregiata di tela d’oro, senza nessun altro ornamento, che veniva usata nell’Avvento e nella Quaresima, eccetto le domeniche Gaudete e Laetare e nelle vigilie e nella Messa e nei Vesperi alla cattedra e la terza, la mitra preziosa, ornata di ricami d’oro, seta e pietre preziose, con nelle infule ricamato lo scudo timbrato dal rispettivo cappello ecclesiastico, che veniva adoperata per le solennità, portandosi il prelato all’altare o nelle processioni e nelle benedizioni. La prima testimonianza di concessione della mitra romana ad un vescovo si ha con Leone IX (1049 -1054) che nel 1049 la concesse all’arcivescovo Everardo di Treviri affinché egli ed i suoi successori se ne servissero per l’ufficio ecclesiastico. Due anni dopo lo stesso romano Pontefice la concesse per determinate occasioni anche ai cardinali di Bamberga e Besancon. Ben presto numerosi altri vescovi la ottennero, divenendo, così, la loro insegna principale. Il papa Alessandro III, nel 1063, concesse l’uso della mitra anche all’abate Engelsino del monastero di Sant’Agostino in Canterbury; successivamente numerosi altri abati ne ottennero la concessione Per la simbologia della mitra, il papa Innocenzo III (1198-1216) asserisce che la mitra significa la conoscenza dell’Antico e del Nuovo Testamento. I corni sono i due Testamenti: le infule sono, invece, lo spirito e la lettera. Descriviamo, di conseguenza, lo stemma di Sua Eccellenza Reverendissima mons. Giovanni Battista Piasentini, LXXVII vescovo di Chioggia, dal 1952 al 1976, l’ultimo della serie dei vescovi clodiensi a portare la mitra ed il pastorale nella sua arme, in quanto con L’Istruzione sulle vesti, i titoli e gli stemmi dei cardinali, dei vescovi e dei prelati inferiori del 1969, tali insegne vennero soppresse dagli scudi: “Partito: nel 1°: campo di cielo a tre monti di verde moventi dalla punta, quello di mezzo più alto e sostenente un cestello al naturale, ripieno di erba, di verde e sormontato da una colomba di bianco nell’atto di beccare il cibo per distribuirlo (Carità); i laterali sormontati da un cipresso al naturale (Fede e Speranza) (Religione delle Scuole di carità, Padri Cavanis); nel 2°: d’azzurro al fuoco ardente di rosso, sormontato da una stella di sei raggi d’oro; al capo di San Marco: di rosso al leone passante d’oro, alato e nimbato dello stesso, tenente con la zampa anteriore destra il libro aperto d’argento recante le parole nella prima facciata, in quattro righe, PAX TIBI MARCE, nella seconda facciata, similmente in quattro righe, EVANGELISTA MEUS, con la scritta in lettere maiuscole romane di nero”. Tale presule, che proveniva dalla Congregazione delle Scuole di carità, in vulgo Padri Cavanis, ha caricato, come abbiamo appena osservato, nel 1° del suo scudo lo stemma della congregazione di origine; tale benemerita istituzione, per volontà di tale prelato, è presente in Chioggia dagli anni ’50 dello scorso secolo, con una apprezzata scuola di formazione professionale."
Anche qui, come per gli usi e i costumi delle tradizioni natalizie e pasquali, si sono presi dei simboli pagani ridefinendoli nei contenuti, dando delle valenze cristiane. L'origine è pagana, ma ogni gesto e ogni simbolo, siccome venivano usati nelle culture romano-ellenistiche, avevano origine dal paganesimo, perciò non mi stupisce più di tanto. La forma del pesce del culto mitraico è stata ritenuta idonea come simbolo cristiano, e quindi adatta anche per il copricapo papale, perchè per i cristiani aveva una forte valenza il simbolo del "pesce" in relazione a Gesù. Gesù infatti mandò nel mondo dei "pescatori di uomini". Ecco perchè molto probabilmente si è ritenuto adatto prendere questa forma originariamente pagana inserendola nel copricapo del Papa ma dandole come valenza un richiamo cristiano.
Per i cristiani il simbolo del pesce era talmente tanto importante che nel periodo che erano perseguitati dalla Roma Imperiale, usavano questo simbolo come segno di riconoscimento.
Però come è naturale ogni gesto, ogni forma, ogni costume e ogni uso deriva per forza di cose dal paganesimo; l'importante per il cristiano è che questi simboli, queste forme, questi usi e questi costumi vengano usati dando valenza cristiana.