Forse è bene che anch’io tiri fuori la mia storia che se nella sostanza non si discosta molto dalle vostre, nella forma e nelle sfumature credo che ogni storia sia unica e irripetibile, e questo rende i nostri angeli ancora più speciali. Io sono la mamma (non più giovanissima ) di uno splendido bambino di 5 anni e 8 mesi di nome Lorenzo ma sono anche la mamma di tre angeli: il primo volato via nel 2008 a 7 settimane, il secondo nel 2009 a 8 settimane e l’ultimo il 30 agosto 2010 Davide a 27 settimane. Ricordo ancora il visino buffo e intimidito del mio Lorenzo quando si rese conto che la mamma non poteva aver mangiato così tanto per giustificare quella panciotta sospetta che, sempre quella mamma, ha cercato di tenere nascosta finchè ha potuto proprio per le due esperienze negative precedenti. Ai figli si vorrebbe dare sempre il meglio e quando esprimono un desiderio che non si può acquistare come un fratellino o una sorellina, come si fa a dirgli che ad un passo dallo stringerlo a se deve rinunciarvi? Immaginate un bimbo con le dita sporche di nutella e non può leccarle!!!! Forse anche Lorenzo aveva capito che la notte del 29 agosto era l’ultima che poteva passare accanto al fratello infatti ha voluto a tutti i costi dormire appiccicato a me, cosa che non aveva mai chiesto di fare e soprattutto con quella determinazione e disperazione. All’ora di pranzo del 29 agosto andiamo in ospedale perché era dalla sera precedente che non riuscivo più a sentire Davide e quando il ginecologo rimase in silenzio con l’ecografo sulla mia pancia non avevo il coraggio di chiedere nulla e scoppiai a piangere. Solo in quel momento mi disse che non c’era più battito! La disperazione mi imprigionò completamente, non riuscivo a tenere gli occhi aperti mentre le mani stringevano il nulla e non riuscivo ad aprirle. Il primo pensiero che avesse un minimo senso andò a Lorenzo e alla delusione che avrebbe provato. Mi portarono nella stessa stanza e stesso letto dell’anno precedente quando feci il raschiamento ma per fortuna avevo accanto a me mio marito che si occupò di telefonare a mamma e sorella che si precipitarono lì percorrendo 250 km in un lampo. Chiesi ad una ostetrica se fosse possibile parlare con una psicologa perché avevo la necessità di parlare con Lorenzo e spiegargli tutto ma ero terrorizzata all’idea di dover trovare le parole giuste da sola. Non vidi nessuno quindi mi feci forza e chiamai a me il mio campione ed ancora oggi non so spiegarmi come sono riuscita a non piangere ma anzi a sorridere davanti a lui! Gli dissi che Davide aveva avuto una malattia un po’ grande ma visto che il suo cuoricino era ancora troppo piccolo e debole il dottore aveva detto che era ritornato in cielo a tenere compagnia al nonno Giovanni (mio padre mancato quando io avevo l’età di Lorenzo) e alla cagnolina Furia. Subito non capì l’irreversibilità della situazione e mi disse: “ e va bene però quando guarisce poi lo posso vedere”. E no amore mio purtroppo non potrà venire con noi a casa! Ecco che la sua confusione si trasforma in rabbia e a quel punto inizia a guardarmi con occhi cattivi e mi dice la frase che mi rimbomberà nella testa in eterno e cioè: “ MAMMA SEI CATTIVA PERCHE’ TU VUOI LASCIARE QUI IL MIO FRATELLINO” . Se mi avessero tirato una pugnalata in quel momento non avrei sentito nulla. Avrei voluto stringerlo a me e piangere insieme a lui ma non voleva neppure avvicinarsi a me e così pensai che quella rabbia doveva venire fuori e gli dissi che anch’io ero molto arrabbiata e se voleva potevamo sfogarci insieme. Gli proposi di tirare quanti pugni voleva al materasso e così iniziammo a fare io lui e mio marito. Fece bene a tutti anche perché le parole non servivano più. Andò via e alla sera, mi dissero i nonni, durante la cena disse :” sai nonna il fratellino è andato in cielo perché non aveva il cuore forte come il mio ed è diventato un angelo”. Da quel giorno non ne ha più parlato. Quella notte iniziarono gli ovuli per indurre il parto e fu’ la notte peggiore della mia vita; accarezzavo in continuazione la pancia quasi per volerlo svegliare perché l’idea che quella sarebbe stata l’ultima notte insieme a lui mi faceva impazzire. Domani sarebbe stato al freddo, non lo avrei più potuto proteggere, e presto sarebbe svanito il mio odore dalla sua pelle, che strazio indescrivibile!!!!
Il travaglio tardava ad arrivare e soltanto nel tardo pomeriggio, dopo che ho rinunciato a qualsiasi tipo di anestesia o morfina prospettatami, iniziano le contrazioni forti e sono sempre nella mia stanza con mio marito e mia sorella. Non ce la faccio più a trattenermi ma nonostante avessimo chiamato qualcuno da parecchio non si vide nessuno. E’ vero che non c’era molto da fare visto che il mio bambino era già morto ma almeno una parola di conforto o semplicemente un silenzio cosciente mi avrebbero fatto sentire meno INUTILE!!!! All’improvviso sentii scivolare via dal mio corpo il suo e fù un dolore talmente particolare che lo conservo nel cassetto delle sensazioni speciali come il regalo più bello! Sentivo quella carne calda tra le mie cosce e non riuscivo a muovermi di un millimetro ma soprattutto non sentivo muovere nulla e neppure piangere…. Allora era proprio vero!!! Il mio Davide non si è svegliato. Finalmente arrivò qualcuno che buttando l’occhio proprio lì mi disse:” sei stata fortunata, è uscito tutto quindi non c’è bisogno di raschiamento”. Non so perché ma tutta quella fortuna proprio non riuscivo a vederla. Tirarono su le coperte e coprirono me e Davide quindi mi fecero fare un giro panoramico per il reparto proprio nell’ora di visita fino ad arrivare in sala parto per la visita e tutti quegli occhi che sentivo su di me e su quella coperta gonfia che nascondeva il mio fallimento, mi ferivano come tante piccole pugnalate. Sorvolo sul momento in cui me lo hanno fatto vedere avvolto nel suo lenzuolino bianco perché è un ricordo che mi fa ancora troppo male e soprattutto è intriso di un rimpianto che mi sta divorando giorno per giorno e cioè, non sono riuscita a chiedere di poterlo tenere tra le mie braccia anche solo un attimo ma sono solo riuscita a dargli un bacio sulla fronte e ad accarezzargli una manina. L’ho lasciato tra le braccia di una sconosciuta senza nulla di nostro che gli facesse compagnia. Quando tornai a casa la prima e unica cosa che mi disse Lorenzo fù:”mamma, posso vedere se hai ancora il pancione?” Gli feci vedere che non c’era più e allora mi disse che potevo prenderlo in braccio.l
1 kg di bambino e 350 gr di placenta ciò che resta su quel tavolo e a me in cambio danno una foto e l’impronta del suo piede….. ma come può bastare?. Da quando sono tornata a casa dormo con la sua tutina sul mio petto per trasferirci il mio odore, vorrei darla al mio Davide quando lo saluteremo per l’ultima volta al cimitero. Per ora è lì nella sua cella frigorifera che aspetta la sua meritata pace! Spero che tu, amore mio, non abbia mai avuto paura e non averne mai perché la tua mamma, il tuo babbo e tuo fratello Lorenzo ti porteranno per sempre nel loro cuore! Ti amo tantissimo, la tua mamma Rox