la sua storia
Scusate se monopolizzo il sito... ho bisogno di scrivere, è come vomitare, scusate, non mi posso trattenere...lo faccio per me, abbiate pazienza, tanto non siete obbligate a leggere, no?
Ecco, questa di seguito è la sua storia.
Quando avrai modo, Ilaria, se ti va, puoi mettere la storia di Angela nella sezione "le loro storie"? sarei contenta.
Ho scoperto di essere incinta a fine marzo 2009.
Che gioia! Che stupore! E che paura! Io....mamma!!!
E quale felicita' quando ho ritirato i risultati delle betahcg!
La gravidanza e' stata bellissima, vomito nausea e una stanchezza invalidante hanno caratterizzato i primi mesi, tanto che dopo un'iniziale resistenza -volevo essere una di quelle donne/mamma caterpillar- mi sono messa a casa e mi sono goduta le 36settimane piu' belle della mia vita.
Ci sono stati dei momenti difficili: avevo una positivita' al citomegalovirus (che poi si e' rivelata falsa) e ho avuto un Btest andato male, con una percentuale molto piu' elevata rispetto alla mia eta' per la sindrome di Down.
Ma anche questo si e' rivelato un falso allarme, la mia bambina stava bene (e comunque noi avevamo deciso di accoglierla con immutato amore e gioia, in ogni caso), cresceva meravigliosamente, e tutto procedeva regolarmente.
Durante l'estate abbiamo due dolori: la morte dei nostri cani, a distanza di 2 mesi l'uno dall'altro, sempre il giorno 02 del mese.
La morte ci aveva cominciato a girare attorno, e io penso che le mie cagnette le siano corse incontro implorando: prendi noi, prendi noi!
Il 02 ottobre facciamo la flussimetria e tutto e' perfetto.
Dieci giorni dopo vengo a sapere che una mia cara amica e compagna di gravidanza, aveva perso il suo bambino al momento del parto. Una grandissima angoscia mi ha pervaso. Non un presentimento che potesse capitare anche a me, non questo. Ma una disperazione per lei e anche per me, una sorta di "riconoscimento".... non so come spiegarlo.... Come se fosse un dolore gia' mio, come se mi appartenesse, come se sapessi che faceva parte anche della mia storia, come se me ne fossi ricordata in quel momento....
Un'alone di tristezza scese sulla mie giornate, e anche la mia bambina sembrava piu' triste e meno "scalmanata" nella mia pancia. Sempre meno, sempre meno. Tanto che dopo qualche giorno ho cominciato a preoccuparmi e sono andata dalla ginecologa.
Erano passati quattro giorni da quando avevo saputo della morte del piccolo della mia amica. Avevo comprato una stellina blu per lei, per il suo piccino. Però non l'avevo trovata subito, e ne avevo presa una rossa, piccolina, pensando: se trovo la stellina blu, questa la tengo io...
La morte si annunciava e io non sapevo ascoltarla....
La mia ginecologa mi ha trovato molto ansiosa e abbiamo fatto un controllo ecografico: il battito della bambina era regolare.
Dopo qualche giorno pero' la mia ansia cresceva, cosi ho fatto un nuovo controllo,una nuova ecografia e tutto era regolare.
Allora ho cercato di restare tranquilla, ho cercato di convincermi di cio' che tutti mi dicevano, e cioe' che mi ero suggestionata a causa di cio' che era accaduto alla mia amica.
Ma a una settimana dall'ultima ecografia, la mia ansia era di nuovo tale che mi sono fatta un'altra ecografia -con un mio collega, in ambulatorio, sono un veterinario- e non abbiamo trovato battito.
Ma non ho voluto, non ho potuto crederci.
Mi sono detta che la sonda doveva essersi rotta.
Non ho potuto riconoscere l'espressione della sua faccia; non ho voluto capire, incrociandolo dopo qualche minuto per strada, che aveva pianto, che era sconvolto.
Io mi dicevo: la sonda è rotta.
Poi tornando a casa mi sono resa conto che non solo non sentivo piu' la bambina muoversi, ma che soprattutto non la "sentivo" piu', non la sentivo esserci, non riuscivo piu' a parlarle, a comunicare con lei. Lei non c'era piu. A casa, fra le lacrime, l'ho detto a mio marito. La sera siamo andati all'ospedale, su indicazione della ginecologa (io ancora non avevo "capito", aspettavo stesa sul letto che si muovesse) e li e' stato come rivivere un film gia' visto, il resoconto dell'incubo vissuto dalla mia amica.
La ricerca del battito al monitoraggio, l'infermiera che cambia posizione alla cinta, mi fa girare, mi chiede di quante settimane sono, dico 36, mi dice: vedra' che si e' messo di schiena.
Proprio come avevano detto alla mia amica.
Li ho capito, li mi si e' aperto il file, e come una cascata irrefrenabile si sono succedute velocissimamente tutte le cose, tutti i segnali, tutte le immagini: la pancia che non creceva, l'ultimo calcio che avevo sentito troppi giorni prima, la pancia che si spostava tutta insieme mentre mi muovevo al corso preparto, la tavoletta di cioccolato che avevo mangiato senza che lei reagisse, la sonda che non era rotta e quell'immagine che avevo rimosso, rimosso, cancellato: il suo cuoricino fermo fermo....
E' stato come precipitare dal decimo piano.
Eppure, mentre con calma glaciale dicevo all'ostetrica di non mentire, che la mattina avevo fatto un'eco e non avevo trovato battito e lei schizza in piedi mi leva la cinta si precipita nella saletta ecografica, e io con calma mi asciugo la pancia dal gel, mi rimetto le scarpe, raggiungo mio marito che assisteva alla scena sulla porta, passando saluto cordialmente la signora che stesa sul lettino a fianco al mio ascoltava il battito veloce del suo bambino....
io ancora non avevo realizzato, ero competamente dissociata... Tenendoci per mano io e mio marito siamo andati nella saletta dell'ecografo, troppe persone erano dentro la stanza, troppe, troppe continuavano ad entrare...
non era un buon segno....
Ancora non capivo.
Poi mi sdraio.
La dr.ssa poggia la sonda, non si sente nessun rumore, io non oso guardare il monitor, fisso la faccia di mio marito che si fa di gesso quando vede il cuore immobile, la bimba immobile, l'espressione del suo viso non potro' dimenticarla mai.
E allora li la mente mi schiaffeggia, dico basta, e' inutile che cerca, la dr.ssa mi dice aspetti, aspetti ma io gia' levo il gel e sposto la sonda, non c'e' piu' non c'e' piu....
Mio marito si fa largo per raggiungermi e abbracciarmi, ecco ora non c'e' piu' speranza, la nostra bambina e' morta, la nostra attessissima desideratissima bambina ci ha lasciati....
Voglio tornare a casa, all'ospedale mi vogliono trattenere per farmi il cesareo, ma io non voglio che me la tolgano dalla pancia, e' mia figlia e io la voglio partorire!
Lei e' la mia bambina!
Cosi torniamo a casa, prendiamo un vestitino (quei vestitini che non avevo mai voluto lavare, appena ci provavo mi distraeva qualcos'altro....) prendiamo l'occorrente per me (non era pronto niente,nonostante quello fosse il primo giorno del nono mese, perche' volevo partorire a casa) prendo la macchina fotografica....
Ci sdraiamo sul letto a piangere, ad abbracciare quella pancia, ormai muta casa della nostra bambina, a dirle che la amavamo moltissimo, a dirci che ci amavamo moltissimo e ancora a piangere....
Il giorno dopo mi inducono il parto.
Il travaglio dura tutta la notte, una notte davvero magica, in cui io e mio marito (assistiti dalla nostra impareggiabile ostetrica) abbiamo sentito che la nostra bambina c'era, era con noi; una luce straordinaria riempiva la stanza, una stanza dove avrebbe dovuto regnare la disperazione piu' assoluta, invece era piena d'amore, del nostro amore per la nostra bambina e del suo amore per noi.
La mattina di domenica ho partorito la mia prima figlia....
Ero quasi speranzosa di sentirla piangere....
Invece le lacrime erano le mie e di mio marito mentre mi diceva "e' bellissima, e' bellissima, e' perfetta" e me la metteva in braccio, la mia ranocchietta....
Quanti baci le ho dato!
E quanti avrei voluto dargliene per tutta la vita!
Tra tutte le foto fatte ce n'e' una che preferisco, quella di noi tre, della nostra famiglia, con Angela appoggiata sul petto del suo papa' e io che abbraccio entrambi....
Peccato per i nostri visi stravolti dal dolore, perche' lei, con i suoi occhietti chiusi, e' proprio l'immagine della pace...
E poi c'e' quella che ho scelto per la sua tomba: il suo visino bellissimo in primo piano, e bianco tutto intorno, sembra proprio un angelo del Cielo.
Si chiamava Angela e di certo era una bambina speciale, che ha vissuto solo nell'amore sconfinato ed eterno della sua mamma e del suo papa', e solo amore immenso e purissimo ci ha donato; anche se ora questo dolore straziante del vuoto inonda ogni istante, e noi anneghiamo lentamente, io lo so che col tempo le acque si ritireranno, e restera' solo il dolce, incancellabile ricordo della sua presenza e del suo amore, come una bellissima spiaggia tutta rosa su cui, ogni giorno, sorge e tramonta il sole.