Una nuova stima dell'età dell'universo

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00lunedì 21 agosto 2006 13:02
Come certe signore anziane, finora ha barato sulla sua età: l’universo potrebbe essere di 2 miliardi di anni più vecchio di quanto finora stimato, secondo quanto sostiene in un rapporto un gruppo internazionale di astronomi. La ragione che porta a tale conclusione sarebbe piuttosto semplice: le galassie vicine sarebbero più lontane del 15 per cento: ciò suggerirebbe che tutti gli altri oggetti osservabili siano proporzionalmente più distanti. La correzione andrebbe poi applicata sulle stime di longevità tenendo conto della velocità di espansione dell’universo. Ma non tutti gli esperti sono disposti ad accettare conclusioni così drastiche senza ulteriori valutazioni.
Gli astronomi sono stati in grado di determinare le distanze relative delle galassie più remote utilizzando le osservazioni di un particolare tipo di stella che cambia periodicamente la sua luminosità. Ma per conoscere quanti anni luce distino queste galassie occorre misurare direttamente la distanza tra alcune galassie e la nostra Via Lattea. Tali misurazioni non sono facili da ottenere, per molti anni l’unica galassia della quale è stata determinata la distanza in maniera attendibile è la vicina Grande Nube di Magellano, ma alcuni astronomi temono che la sua inconsueta costituzione chimica possa aver falsato i calcoli.
Ora Alceste Bonanos della Carnegie Institution di Washington e colleghi hanno osservato una cosiddetta stella binaria eclissante nella Galassia a triangolo, una galassia di grandi dimensioni vicina alla nostra. Le due stelle del sistema transitano l’una di fronte all’altra percorrendo l’orbita e le osservazioni di questa mutua eclissi permette agli astronomi di ricavare le dimensioni delle due stelle e quanta energia radiante esse emettano. Dal confronto con le luminosità osservate è possibile ricavare la distanza dalla Terra: quanto più è bassa la luminosità apparente, tanto più è lontana la stella.
Il risultato, pubblicato sulla rivista “Astrophysical Journal” situa la Galassia a triangolo a 3 milioni di anni luce da noi, contro un valore accettato di 2,6 milioni di anni luce, determinato con altre tecniche. Se confermata la nuova stima implicherebbe che anche le galassie più remote sono del 15 per cento più lontane, il che “invecchierebbe” l’universo da 13,7 a 15,7 miliardi di anni.
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