L'ultimo anno a Hogwarts

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Ciack
00mercoledì 29 ottobre 2003 17:17
No per favore non saltatemi solo perché sono una PREFAZIONE, vi assicuro che sono davvero piccola, piccola: ciao a tutti i readers di f.f., questa è la prima volta che mi cimento in questo campo e devo riconoscere che un buon aiuto me l’ha dato anche oby86. Mi ha riempito di consigli e ci siamo divertite molto a inventare le situazioni che poi ritroverete qui nel testo. Ah proposito, finita di leggere questa f.f. andate a leggere quelle di oby86 e recensitela vi prego. Avete visto? Sono stata davvero brevissima, questo è solo il primo capitolo, gli altri per quanto mi è possibile cercherò di pubblicarli in breve tempo. Non vi voglio preannunciare niente a parte il fatto che...avrete una grossa sorpresa, basta, basta vi ho già detto troppo, ora leggete. Grazie!

Potrebbe sembrare che il famoso Harry Potter ha un ruolo marginale qui, ma non giudicate prima di essere arrivati fino in fondo e avere appreso cosa accadrà durante…

L’ultimo anno a Hogwarts

Capitolo 1

UNA RICHIESTA DI AIUTO

Albus Silente, Direttore della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, guardò fuori dalla finestra, la luna era alta nel cielo e illuminava l’ampio giardino del castello, i suoi raggi saltavano da un’increspatura all’altra del lago (evidentemente la piovra gigante non riusciva a prendere sonno) e perfino la Foresta Proibita non sembrava neanche tanto sinistra a quella luce. Silente prese un lembo della sua tunica e vi pulì gli occhiali, poi tornò a prendere la lettera ancora chiusa che aveva poggiato sul tavolo. Nonostante fosse passato molto tempo dall’ultima volta che l’aveva vista, riusciva ancora a riconoscere la calligrafia che aveva scritto l’indirizzo sulla busta, era una scrittura bella, pulita, ma che rivelava la naturale irrequietezza della sua proprietaria. A poco a poco gli vennero in mente due grandi occhi blu ghiaccio, freddi solo superficialmente, che ben si assortivano con la sensazione di forza che veniva emanata da quel corpo snello e agile. Silente rimase diversi minuti soprappensiero in preda ai ricordi, alla fine si decise a lacerare lo strano sigillo di resina e a spiegare il foglio.

"15 Agosto

Caro Albus Silente,

posso immaginare la sua sorpresa nel ricevere una mia così inaspettata missiva, ma la prego di accettare la mia richiesta di accogliere nella prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, mia figlia Lilibeth. Sebbene ella non abbia frequentato come i suoi coetanei i primi anni scolastici, il suo livello di apprendimento è pari a quello degli altri, come sono sicura potranno ben dimostrare i risultati dei test d’ammissione – l’anziano preside sorrise leggermente al pensiero della non cambiata orgogliosità della sua ex alunna – so che questo caso va contro la normale procedura, ma la prego lo stesso di fare uno strappo alla regola. Non glielo chiederei se non fossi certa che solo sotto alla sua tutela e a quella degli altri insegnanti Lilibeth potrà completare la sua istruzione e imparare a gestire i poteri di cui dispone e che, in parte, non ha ancora scoperto. Fino ad ora io e gli altri spiriti della foresta siamo riusciti a proteggerla e a tenerla nascosta, ma ora temo per la sua incolumità e prima imparerà a gestire le sue indubbie doti di strega meglio sarà. Temo che qui non possa più essere al sicuro, ma certo lo sarà lì a Hogwarts. Non le chiedo questa cortesia solo per questo motivo, Lilibeth è una strega, non deve crescere diversa dagli altri più di quanto non abbia già fatto ed è mio desiderio, forse l’ultimo, che frequenti la stessa scuola mia e di suo padre.

Aspetto una sua risposta nella quale mi comunicherà la sua decisione a proposito di Lilibeth."

Accluso a questa lettera c’era un altro foglio contente una descrizione sommaria degli studi effettuati da Lilibeth, ma Silente decise di rimandare la lettura di quest’ultimo. Il tutto non era firmato, va bene considerando che Silente conosceva quella calligrafia non era un problema, ma perché uno non avrebbe dovuto firmarsi? Evidentemente perché temeva che la lettera venisse intercettata e si potesse risalire al mittente. L’anziano Preside ritornò a guardare fuori dalla finestra, rifletteva. Dopo tanti anni Tess, la sua ex alunna, si era rifatta viva. Cosa le era successo per tutto quel tempo? Come aveva fatto a nascondere lei stessa e Lilibeth? Non importava tanto il come, quanto il risultato, ma ora Tess gli stava chiedendo il suo aiuto, cosa era cambiato? Tess non era una sciocca, passionale, testarda e orgogliosa sì, ma non era certo una sciocca. Se credeva di non potere essere più in grado di proteggere Lilibeth, dovevano esserci dei motivi seri dietro a tutta la faccenda. Motivi che prudentemente non aveva spiegato nella lettera.

<>, <>. Minerva McGranitt era la professoressa di Trasfigurazione, nonché la Vicepreside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Era alta una testa in meno di Silente, ma poteva comodamente guardare dall’alto in basso (nel senso letterale del termine) la maggior parte dei suoi colleghi. Aveva i capelli sempre perfettamente puliti e in ordine, tenuti raccolti in una crocchia sulla testa, che si mormorava non sciogliesse mai se non quando doveva lavarli. La cura che impiegava per sistemare i suoi capelli, pur essendo solo un fattore secondario esprimeva appieno il suo carattere. Era estremamente severa e rigida e non sopportava nulla che non fosse al suo posto. Questa sua puntigliosità però, nonostante non fosse propriamente apprezzata dagli studenti aveva sempre avuto effetti molto positivi. La professoressa McGranitt non aveva mai regalato un voto, ogni risultato lo faceva sudare, ma preparava maledettamente bene. Come si impegnava al massimo lei per aiutare i volenterosi e insegnar loro la materia, allo stesso modo pretendeva che si impegnassero gli studenti. Era una strega "tutta d’un pezzo", ma si mormorava che sotto a quello sguardo severo si nascondesse un cuore che palpitava da sempre per Albus Silente. Comunque erano solo voci, a nessuno risultava che fra i due ci fosse qualcosa di più di un solido legame d’amicizia e di stima reciproca. <>, la professoressa lo guardò da dietro i suoi occhiali cercando di decifrare la strana espressione che c’era sul viso di Silente. <>, le porse il foglio e guardò il viso dell’amica diventare una maschera impenetrabile. <>, <> Silente non aveva alzato la voce, ma il suo tono era stato deciso. I due contemplarono tutti gli aspetti della faccenda e decisero che il giorno dopo ne avrebbero parlato con tutti gli altri insegnanti di Hogwarts.

<>, il giovane Potter sorrise, le beldente erano delle specie di mentine, che messe in bocca esplodevano e liberavano un liquido che puliva i denti <>. Il terzultimo dei figli Weasley si mise a ridere apertamente e da dietro la porta giunse la risata soffocata di altre persone. Evidentemente tutti erano ansiosi di vedere se la scena dell’altro giorno si sarebbe ripetuta. Ron era riuscito a convincere Harry a lasciar perdere i suoi strumenti di pulizia orale da Babbano e a usare le beldente, "dimenticandosi" di dirgli che Fred e George le avevano stregate. Il risultato era stato disastroso, ma divertentissimo. Appena messa in bocca, la beldente era esplosa, ma invece di liberare la solita quantità di liquido, ne aveva prodotto a litri. Harry aveva subito cominciato a vomitare dappertutto il liquido arancione e quando finalmente era riuscito a tapparsi la bocca con le due mani, il fluido gli era spruzzato fuori dalle orecchie inondando tutto il bagno dei colori più strani (dall’orecchio sinistro usciva verde e giallo, mentre dal destro usciva violetto e rosso). Naturalmente la signora Weasley si era molto arrabbiata con i gemelli e con Ron, ma alla sera con suo marito, mentre nessuno li sentiva, aveva concordato anche lei nel riconoscere che Harry era davvero molto buffo con la bocca tappata e con tutto quel liquido colorato che gli usciva dai lati della testa. Da quando i gemelli erano entrati in società con Zonco, il proprietario dell’Emporio degli scherzi, la loro casa era diventata un vero e proprio laboratorio. Ovviamente ogni invenzione, prima di essere messa in commercio, doveva essere testata e chi meglio dei loro famigliari (poteva servire allo scopo…ehm cioè) poteva comprenderli se facevano qualche piccolo errore? Quando mamma Weasley sgridava i suoi due figli, che spesso avevano anche la complicità del fratello Ron, si sforzava di rimanere seria, ma alla fine cedeva quasi sempre al riso a sentire le scuse strampalate che si inventavano quei monelli. Harry se ne era accorto, il giorno stesso del suo arrivo, circa una settimana prima. Fred, George e Ron erano venuti a prenderlo in Privet Drive numero 4, dove abitava fin da piccolo assieme ai suoi zii Babbani. I Dursley mal sopportavano il loro giovane parente, odiavano la magia e ancora di più gli amici di Harry. Quando i tre fratelli si erano materializzati in casa, gli zii di Harry avevano subito cominciato a essere scortesi e loro figlio si era nascosto nella vasca da bagno. I tre offesisi allora avevano dato sfogo ai loro trucchi migliori e oltre al resto, tipo trasformare la macchina nuova di zio Vernon in una calessino fucsia e zia Petunia in una bertuccia, avevano trasfigurato il cugino di Harry in un’anatra. Al loro ritorno la signora Weasley aveva dato fuori di matto, rimproverandoli di essersi comportati da irresponsabili. Loro si erano difesi raccontando i mortali pericoli dai quali avevano salvato Harry (la trasformazione di Dudley, secondo loro era dato da un rarissimo virus anatrino), e di come loro stessi avessero rischiato la vita alla vista del colore del mezzo di zio Vernon, per non parlare di zia Petunia, che era saltata in testa a Ron per cercargli dei pidocchi in testa. Alla fine insomma erano riusciti a farla franca, anche perché con loro era venuto Harry, per il quale mamma Weasley aveva un vero debole, e quindi la loro ultima marachella era passata in secondo piano, all’idea delle cose da preparare per il loro ospite.

In una precedente lettera Ron gli aveva parlato di una novità in famiglia e con sua grossa sorpresa Harry, mentre erano lì in bagno a scherzare sulla sua esperienza con le beldente, la vide. Quando era arrivata tutti si erano zittiti e il riso si era tramutato in un sorriso pieno di tenerezza. Era un cosino minuscolo coperto da una tutina rosa pastello, che guardava tutti con due occhini nocciola dolci, dolci. <>, disse orgoglioso Ron prendendo quel fagottino dal ciuffo rosso (non per nulla era una Weasley) dalle braccia di suo padre e posandole fra quelle di Harry.



Questo è il primo capitolo, spero vi sia piaciuto nonostante ci sia poca azione e sia per la maggior parte descrittivo. Ho introdotto tre nuovi personaggi: Tess, sua figlia Lilibeth e la piccola Lulla Weasley e…se fossi in voi non mi perderei i prossimi capitoli. Vi assicuro che più avanti la magia, l’azione, i colpi di scena e, ma sì, anche i momenti un po’ più tranquilli e romantici non mancheranno. Ora recensitemi per favore, ditemi cosa avete apprezzato di più e cosa proprio non vi è piaciuto in modo che possa migliorare questo capitolo e anche i prossimi!

Vi ringrazio!!

Vi aspetto al prossimo capitolo!!



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