Donne socialiste... in Francia!

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(SimonLeBon)
00martedì 25 novembre 2008 22:03
Si sono scannate fino all'ultimo voto...
2008-11-25 20:43
FRANCIA: PS, GAUCHE E 35 ORE, HA VINTO MARTINE AUBRY
di Tullio Giannotti

PARIG - Al traguardo è arrivata prima lei, la socialista antica, la signora del nord operaio e delle 35 ore. Martine Aubry, 58 anni, è stasera la prima donna segretario del Partito socialista francese. Ha battuto Segolene Royal, 55 anni, che si presentava come il rinnovamento e avrebbe aperto al centro. La guerra fra le due "dames", però, continua.

Zero gradi, vento gelido a Parigi mentre poco dopo le 18 la terribile battaglia fra la Aubry e la Royal vive un ulteriore capitolo nella sede parigina classica dei grandi appuntamenti socialisti, la Mutualité. Un annuncio breve, poi Martine Aubry é uscita e le sue prime parole sono state per l'avversaria sconfitta. La Aubry, socialista di razza, ha capito subito che il primo gesto da fare era quello di provare a sancire la pace: "vinceremo insieme". Poi le è tornato il viso feroce, quello per gli avversari veri, la destra che governa la Francia e che in questi giorni si è fatta beffe della guerra civile socialista: "ridete ancora qualche giorno - ha detto cogliendo al volo quello che i militanti volevano sentir dire - ma dall'inizio della settimana prossima il Ps sarà tornato. Unito".

Centodue voti di differenza sono pochi, ma in casa socialista é ancora meno la voglia di fare pace. Mentre Martine Aubry tendeva la mano, i luogotenenti di Segolene, Jean-Louis Bianco e David Assouline in testa, continuavano imperterriti la loro crociata minacciando di ricorrere alla giustizia ordinaria se non sarà ordinata una ripetizione del voto nelle federazioni dove palesi sono state le irregolarità. Dopo tante accuse di frode e brogli, il Consiglio nazionale ha preso per buono il sommario esame della Commissione di controllo, fra l'altro troncato ieri pomeriggio mentre erano in corso le verifiche. Alla Mutualité, il parlamentino socialista ha votato come previsto, in maggioranza per un'elezione della Aubry, che in Consiglio gode di un numero di sostenitori nettamente superiore all'avversaria. Hollande, il segretario che lascia dopo anni a dir poco difficili, aveva raccomandato "una reazione collettiva e individuale", perché "non ci sono due partiti socialisti, ma un solo partito che vuole vivere insieme e vuole rispettare insieme le sue regole e i suoi militanti". In realtà, stasera è apparso chiaro che il compito di Martine Aubry non è difficile ma quasi impossibile: lei affermava che "le condizioni in cui si è svolto il voto, in modo così serrato", le danno soltanto "più responsabilità". E la prima di queste responsabilità è "incontrare Segolene, se lei accetterà". L'avversaria lasciava in prima linea i luogotenenti a minacciare di guastare la festa, mentre nella dichiarazione ufficiale era attentissima a non perdere un briciolo di credibilità: appello ai militanti socialisti all'"unità" e alla "compattezza", conferma di voler essere lei la "forza di trasformazione" in seno al partito. Non se ne va, quindi, non spacca il partito ufficialmente. Segolene, alla quale gli "elefanti" del Partito socialista hanno dato battaglia fin dalla campagna elettorale per l'Eliseo, e che consideravano morta e sepolta dopo la sconfitta contro Sarkozy, non sparisce neppure stasera. Resta, fa combattere i suoi fedeli perché sia fatta giustizia e trasparenza nelle operazioni di voto, e chiede di cambiare tutto: "trasformerò il Partito socialista". Dicono intanto i sondaggi che i francesi, fra lei e la Aubry, sceglierebbero Dominique Strauss-Kahn per la sfida a Sarkozy nel 2012. Alle "primarie", invece, Martine Aubry, la vincitrice ufficiale di stasera, sarebbe surclassata sia da Segolene, sia dal direttore del Fondo monetario.

tullio.giannotti@ansa.it.

GAUCHE E 35 ORE, HA VINTO MARTINE AUBRY
Alla fine ha vinto lei, la socialista che guarda a sinistra e non vuole allearsi con il centro, il sindaco di Lille che non ama i compromessi, l'ex ministra del Lavoro "madre" delle 35 ore: Martine Aubry, 58 anni, è il nuovo primo segretario del Partito socialista. Succede a Francois Hollande. "Il rinnovamento non significa né l'età, né l'immagine", ama ripetere la Aubry in contrasto con la rivale Segolene Royal, che ha insistito sul rinnovamento dei vertici e dei quadri del partito. A lei, è stato rimproverato dagli avversari di incarnare una sinistra arcaica e tradizionale, di aver riunito - in una specie di fronte 'anti-Segolene' - tutti i vecchi 'elefanti' del partito, da Lionel Jospin a Bertrand Delanoe, da Laurent Fabius a Henri Emmanuelli.

Martine ha giocato con decisione la carta dell'adesione del giovane Benoit Hamon, 41 anni, rappresentante della sinistra del partito, che si era candidato alla segreteria. Ha raccolto parte dei suoi voti al ballottaggio, promettendo di favorire l'ascesa alla guida del partito di una nuova generazione. Figlia dell'ex presidente della Commissione Europea Jacques Delors, divorziata, un figlio, Martine Aubry è conosciuta soprattutto, e non solo in Francia, come la madrina - era allora ministro del Lavoro e numero due del governo di Lionel Jospin - della legge che nel 2000 ha ridotto l'orario settimanale di lavoro a 35 ore: una delle riforme più discusse. La destra ha individuato nella legge uno dei mali di cui soffre l'economia francese, e una volta tornata al potere con Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy ha cercato di ammorbidirla, favorendo il ricorso alle ore in straordinario, senza comunque abrogarla.

Da allora era quasi scomparsa, rifugiata a Lille, la capitale del nord del paese, dove è sindaco dal 2001. Martine Aubry è per "il lavoro collettivo", per un partito che "lavora in squadra, che discute", radicato a sinistra di cui predica l'unità, senza alcun cedimento al liberalismo e al centro, quello del MoDem di Francois Bayrou. Martine e Segolene, due donne diverse, che hanno in comune il fatto di essere state allieve della famosa Ena (l'Ecole nationale d'administration) ed ex ministre, ma per il resto tutto le oppone: da una parte lo stile austero di Martine che rivendica "l'identità socialista" e la vita di un partito che funziona con le sue strutture: segreteria, direzione, consiglio nazionale. Dall'altra c'é il tocco 'glamour' di Segolene, che vuole invece cambiare radicalmente il partito, favorendo la 'democrazia partecipativa' e il continuo ricorso alla base.
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