Corruzione: "Irregolarità nei progetti eolici in Sardegna". Indagato Presidente regione

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-tulipanonero-
00mercoledì 5 maggio 2010 15:12
INCHIESTA APPALTI

Appalti, anche Verdini indagato per corruzione
"Irregolarità nei progetti eolici in Sardegna"

A Firenze accolta la richiesta dei pm: il 15 giugno inizierà il processo a Balducci, De Sanctis, Cerruti e De Vito Piscitelli per l'appalto della scuola dei marescialli


ROMA - Denis Verdini, uno dei coordinatori nazionali del Pdl, è indagato dalla procura di Roma per corruzione nell'ambito dell'inchiesta riguardante un presunto comitato d'affari che si sarebbe occupato, in maniera illecita, di appalti pubblici, in particolare i progetti sull'eolico in Sardegna. Ieri, a Firenze, è stato perquisito il Credito Cooperativo Fiorentino, istituto bancario presieduto da Verdini. Gli investigatori erano alla ricerca del passaggio di un certo numero di assegni dei quali intendono accertare la provenienza e la destinazione. In procura c'è un grande riserbo sulla natura delle indagini in corso.

Gli accertamenti su quello che si ritiene essere stato un giro di appoggi e di promesse per favorire alcuni imprenditori sono stati avviati nel 2008 nel quadro di un'altra indagine avviata dalla Direzione distrettuale antimafia. Oltre a Verdini sono indagati, tutti per concorso in corruzione, anche l'uomo d'affari Flavio Carboni, il costruttore Arcangelo Martino, il consigliere provinciale di Iglesias Pinello Cossu, il consigliere dell'Arpa di Sanremo Ignazio Farris, e un magistrato tributario, Pasquale Lombardi.

Si aprirà intanto il 15 giugno il processo per l'appalto della scuola marescialli dei carabinieri a Firenze, filone toscano dell'inchiesta sui grandi eventi. Lo ha stabilito il gip Rosario Lupo, accogliendo la richiesta di giudizio immediato avanzata dai pm fiorentini per Angelo Balducci, Fabio De Sanctis, Guido Cerruti e Francesco Maria De Vito Piscicelli. Il gip ha invece rigettato le richieste di arresti domiciliari presentate dalle difese di Balducci e De Sanctis.

Il gip ha spiegato che la richiesta avanzata dalla procura di Firenze era "insindacabile" perché presenti i tre elementi che rendono automatico il giudizio immediato: evidenza della prova, esistenza di uno stato cautelare e il fatto che i termini per presentare istanza al tribunale del riesame fossero interamente decorsi. A questo punto gli atti entreranno nella disponibilità degli avvocati difensori degli indagati, che avranno quindici giorni di tempo per chiedere eventuali riti alternativi. Le posizioni di Denis Verdini e Riccardo Fusi, ex presidente della società di costruzioni Btp, sono state stralciate.

In conseguenza del giudizio immediato, slittano i termini delle custodie cautelari disposte nei confronti di Balducci, De Sanctis, De Vito Piscicelli e Cerruti, quest'ultimi due agli arresti domiciliari. Balducci e De Sanctis sarebbero dovuti uscire dal carcere domenica prossima, 9 maggio, data di scadenza dell'ordinanza di custodia cautelare per l'inchiesta sui grandi eventi eseguita il 10 febbraio scorso. Cerruti e Piscicelli sono ai domiciliari rispettivamente dallo scorso 4 marzo e dagli inizi di maggio.

-tulipanonero-
00sabato 15 maggio 2010 12:05
Appalti per l'eolico sardo:
indagato anche Cappellacci Il presidente della Regione Ugo Cappellacci


Corruzione e abuso d'ufficio. Queste le ipotesi di reato ipotizzate dalla procura di Roma nei confronti del presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ieri, a tarda sera, è arrivata la conferma. Da qualche giorno il governatore è stato iscritto nel registro degli indagati nell'inchiesta sul business dell'eolico e delle energie rinnovabili. Impossibile conoscere l'oggetto delle contestazioni. A mettere nei guai Cappellacci sarebbero state le frequentazioni con l'uomo d'affari Flavio Carboni.

di ANTHONY MURONI

Corruzione e abuso d'ufficio. Questi i reati ipotizzati dalla procura di Roma nei confronti del presidente della Regione Ugo Cappellacci. Ieri, a tarda sera, è arrivata la conferma. Da qualche giorno il governatore è stato iscritto nel registro degli indagati nell'inchiesta sul business dell'eolico e delle energie rinnovabili. Impossibile conoscere l'oggetto delle contestazioni. A mettere nei guai Cappellacci (e prima di lui il coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini) sarebbero state le frequentazioni con l'uomo d'affari Flavio Carboni, 78 anni, originario di Torralba. Con loro sotto inchiesta ci sono anche il costruttore Arcangelo Martino, il magistrato tributario Pasquale Lombardi, il direttore dell'Arpas Ignazio Farris, il consigliere provinciale del Sulcis Pinello Cossu e il commissario dell'Ato Franco Piga.

LE INDAGINI Secondo le annotazioni dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma, trasmesse al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, Cappellacci e Carboni si sarebbero incontrati in almeno cinque occasioni. Due volte a Roma, nella casa di Verdini a piazza Venezia (presente anche il senatore Marcello Dell'Utri), una volta a Cagliari (al T hotel), un'altra a Suelli (nel corso di un pranzo consumato in un centro convegni) e un'altra ancora a Pula, nel corso di un convegno sul federalismo fiscale, alla presenza di magistrati di rilevanza nazionale. Almeno due di queste circostanze (Roma e Pula) erano state confermate nei giorni scorsi dallo stesso governatore: «Sono tranquillo. Carboni mi chiese di sottoscrivere un accordo di programma con la Regione sulle fonti energetiche alternative. Spiegai che non era possibile, che la precedente normativa lo consentiva, ma che l'avevamo modificata. E da allora non se ne parlò più».

IL CONVEGNO Sull'incontro al convegno organizzato dall'associazione “Diritti e libertà” (ne fanno parte gli altri indagati Pasquale Lombardi e Arcangelo Martino, sospettati di voler avvicinare il magistrato cagliaritano Giangiacomo Pilia, per cercare di “addomesticare” un'inchiesta in corso) Cappellacci è stato ancora più netto: «Ho incontrato questo signore in un'occasione pubblica alla quale erano presenti magistrati di prim'ordine. Come posso pensare che sia considerato poco onesto anche solo incontrarlo?». Affermazioni che il presidente della Regione, criticato dall'opposizione per la sua “imprudenza”, ha sempre accompagnato da un concetto declamato con nettezza: «Chiedo di essere giudicato dai fatti. E questi dicono che la Giunta da me presieduta non si è piegata a nessuna speculazione. Nella mia breve esperienza da candidato e da governatore ho incontrato migliaia di persone. Non ho mai consentito a nessuno di mettere le mani nella marmellata. Anzi, tutti i vasetti, se ci si riferisce a energie rinnovabili e appalti, questo esecutivo li ha chiusi nell'armadio a doppia mandata».

IL TEOREMA La procura sembra pensarla diversamente: dà per probabile l'esistenza di un comitato d'affari coordinato da Carboni, che tentò di mettere le mani sul settore delle energie rinnovabili. Dalle carte emerge che questo interessamento è datato 2008. Tanto che dalle telefonate intercettate si apprende che l'uomo d'affari avrebbe cercato di avvicinare l'allora governatore Soru, tentando di arrivare a lui attraverso l'editore Carlo De Benedetti, sfruttando la sua personale amicizia con il defunto principe Caracciolo. Il tentativo non andò a buon fine e, nelle settimane successive, la situazione politica sarda precipitò. Soru si dimise e cercò un secondo mandato attraverso le elezioni di febbraio, nelle quali venne sconfitto dall'outsider Cappellacci. A quel punto Carboni cambia strategia e decide di chiedere a Verdini di presentargli il nuovo governatore. In questo passaggio la chiave dell'inchiesta, che ora ha un nuovo indagato eccellente.

-tulipanonero-
00sabato 15 maggio 2010 12:07
minkiaaa ohhh
cazzo

non se ne salva 1!!!!

dovrebbe dimettersi ora...

e la sardegna continua ad essere senza governatori decenti
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