Capitolo 2 L'ADORAZIONE: UN DONO CHE VIENE DA DIO

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MARIOCAPALBO
00venerdì 3 febbraio 2012 10:09

la crescita spirituale

Capitolo 2    

L'ADORAZIONE: UN DONO CHE VIENE DA DIO  

   

L'adorazione è ordinata da Dio quale linea di comunicazione tra Lui e i Suoi figli. Ci ha creati per la Sua gioia e desidera avere la nostra amicizia e godere della nostra compagnia. A nostra volta, siamo in grado di conoscerLo e di godere di Lui.  

     L'adorazione, tuttavia, non è automatica. Per lo meno non il tipo di adorazione che dà i seguenti risultati:  

1. Dà piacere ed è gradita a Dio;

2. É veicolo delle Sue grazie e benedizioni;

3. Dà vera gioia e godimento a noi.  

    L'uomo è stato creato corpo, anima e spirito - e i tre devono raggiungere l'armonia istituita da Dio all'origine, per poter sperimentare l'adorazione nel modo da Lui designato e secondo i Suoi desideri!  

                           
         Ecco come abbiamo illustrato la situazione:  

         Il N. 1 - sei tu ... l'adoratore.

         Il N. 2 - sei ancora tu ... l'uomo interiore che controlla gli atteggiamenti, i desideri e gli impulsi del N. 1. Solo quando il N. 2 (lo spirito dell'uomo) risponde allo Spirito Santo di Dio, il N. 1 (il corpo e l'anima dell'uomo) viene portato in quell'armonia che assicura la giusta relazione con Dio, rendendo possibile un'adorazione accettabile.  

 

È DIO A CERCARCI PER PRIMO  

 Avete mai considerato Dio in questo ruolo - alla ricerca attiva di adoratori? Non è logico che, se l'adorazione è la via maestra di accesso alla Sua presenza, e se Egli desidera l'amicizia intima con le Sue creature, faccia tutto il possibile per stabilire tale relazione? Sia il Vecchio sia il Nuovo Testamento sono pieni di esempi delle trattative di Dio con l'uomo, nello sforzo di iniziare, restaurare o mantenere chiare linee di libero accesso ai Suoi scopi.  

   Sin dall'inizio della storia della Bibbia troviamo Dio in cerca di amici. In Genesi 3, 8-9 leggiamo che passeggia nel giardino creato per Adamo ed Eva - alla loro ricerca. Le parole: "Adamo, dove sei?" dovrebbero eccitarci e portarci a desiderare il nostro nome in quella domanda: "Bob, dove sei?" Dovrebbe portarci a voler lasciar cadere tutto il resto per entrare nella adorazione, in risposta al Suo richiamo.  

   Tuttavia possiamo (come fecero Adamo ed Eva, versetto 10), cercare di nasconderci dalla Sua presenza per le nostre trasgressioni o trascuratezze.  

   L'adorazione è la prima risposta ad arrivare in seguito ad una visitazione da parte di Dio. Ma è anche la prima cosa ad andarsene quando la disobbedienza si affaccia con la sua brutta faccia.

   Nel corso della Sua conversazione con la Samaritana in Giovanni 4, 23-24, Gesù ci dà una bella illustrazione di quest'aspetto del carattere di Dio. L'argomento della conversazione era proprio quello che stiamo considerando: l'adorazione. Ascoltate cosa dice Gesù:  

"Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito, e quelli che Lo adorano devono adorarLo in spirito e verità."  

    La donna a cui Gesù dava questa lezione sull'adorazione lasciava a desiderare nel campo religioso. Per lei la cosa che contava di più era il luogo dove adorare e ciò che essa riteneva santo ed accetto a Dio. Gesù desiderava liberarla da quegli errati concetti perché arrivasse ad adorare "in spirito e verità." Ed è quanto desidera anche per noi.  

    In un'altra occasione Gesù stava discutendo con i discepoli sulla "Via" per giungere al Padre. In Giovanni 14, 5-6 Lo sentiamo rispondere alla domanda su "come fare" con queste parole: "Nessuno viene al Padre, se non per mezzo Mio."  

    La Via per giungere alla presenza di Dio passa attraverso Suo Figlio. Per mezzo dell'adorazione diventiamo conformi all'immagine di Cristo, che è la rivelazione del Padre. La persona che impara ad adorare si ritrova trasformata sia nel carattere sia nel comportamento. Com'è possibile? Attraverso il ministero dello Spirito Santo che ci è stato dato affinché ci guidasse in tutta la verità (Gv 16,13).  Vedete con quale perfezione Dio ha ordinato la via verso l'adorazione? Egli è alla nostra ricerca perché vuole rivelarci la via per entrare alla Sua presenza. Questa via è Gesù. Tramite Lui, e per mezzo dello Spirito, potremo sperimentare una linea di comunicazione costante che ci porterà all'adorazione.  

    Il diagramma sottostante e la citazione biblica che lo accompagna ci aiuteranno a vedere un principio di preghiera efficace che conduce all'adorazione:

 

"Per mezzo di Gesù Cristo ora possiamo (sia che ci troviamo lontani o vicini) essere introdotti (avere accesso) al Padre mediante l'unico Spirito" (Ef 2,18, Amplificato).  

     Grazie a questo principio, possiamo pregare così: Signore Gesù, Ti ringrazio per avermi preparato una strada per entrare alla presenza di Dio. Spirito Santo di Dio, Ti ringrazio per il ministero delle lingue e per la preghiera nello Spirito." Perché non fate questa preghiera, ma con parole vostre?  

     In 1 Corinzi 14,4; 14-15 Paolo spiega ulteriormente questo tipo di comunicazione nello "spirito":  

"Chi parla col dono delle lingue, edifica se stesso ... Quando infatti prego col dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto. Qual è il risultato? Pregherò con lo spirito ma pregherò anche con l'intelligenza; canterò con lo spirito ma canterò anche con l'intelligenza."  

    Qui è presentato lo Spirito che fonda, forma, guida costruisce. Perché Dio ha dato il dono del parlare in lingue? É  uno sfondamento importante per il cristiano nella via di comunicazione con Dio, un grande aiuto per giungere alla adorazione!  

     Per meglio vedere il modo in cui Dio opera nella vita del Suo popolo nel corso dei secoli, esamineremo i tre luoghi considerati come Sua dimora tra il Suo popolo:  

1.             Il Tabernacolo di Mosè nel deserto - Esodo 25,8.

2.             Il Tempio di Salomone a Gerusalemme - 1 Re 6,13.

3.             Infine il Tempio Vivo - il nostro Signore Gesù Cristo - Giovanni 1,14.  

   Dio ha sempre fornito - e allo stesso tempo protetto - la via che porta alla Sua presenza. Esaminando questi tre luoghi della Sua dimora Lo vediamo agire nel Suo ruolo di ricercatore.  

1.   Mosè e gli Israeliti costruirono il tabernacolo nel deserto secondo uno specifico ordine di Dio (Esodo 25,8a-31, 18). Lo scopo era: "un santuario per poter abitare in mezzo a loro." Dovevano anche esserci l'arca dell'alleanza ... il trono della misericordia ... una tavola per il pane dell'offerta e il candelabro e i vasi sacri. Una tribù di sacerdoti era adibita alle cure di queste evidenze esteriori che esprimevano il desiderio di Dio di comunicare col Suo popolo. Lì Si incontrava con loro. Diventavano uno con Lui nell'adorazione.  

2.   Alcuni secoli più tardi Re Salomone ricevette dettagliate istruzioni per costruire il Tempio di Gerusalemme (1 Re 5,2 fino a 6,38). C'era un cortile esterno, dove si  preparavano i sacrifici per gli adoratori; c'era pure un luogo per la purificazione. Come per il tabernacolo nel deserto, solo chi si era reso presentabile a Dio poteva accedere al cortile più interno. Qui erano i canali visibili per giungere alla Sua presenza; qui venivano offerti i sacrifici e la lode a Dio. Ma il Santo dei Santi, dove si trovava la presenza rivelata di Dio, era separato dal popolo da un grande velo. Il Sommo Sacerdote entrava in quel luogo Santissimo solo una volta l'anno, e quando ne usciva, sul suo volto risplendeva la stessa gloria di Dio; ed era evidente a tutti che l'uomo scelto da Dio era andato davanti a Lui per loro conto.  

3.   Poi giunse il dono ultimo di Dio per abitare col Suo popolo: Gesù Cristo. La Scrittura ci aiuta a capire il desiderio e il proposito di Dio nel darci Suo Figlio come VIA per giungere alla Sua presenza:  

Giovanni 1,14: "E il Verbo (Cristo) si fece carne (umano, incarnato) e venne ad abitare in mezzo a noi - visse per un poco con noi, fissando qui la sua tenda di carne. - E noi abbiamo (veramente) visto la Sua gloria - il Suo onore, la Sua maestà; una gloria tale che solo l'Unigenito può ricevere dal Padre, pieno di grazia (favore, amore) e di verità" (Amplificato).  

Colossesi 1,19: "Perché piacque (al Padre) di far abitare costantemente in Lui ogni pienezza divina - la somma cioè di tutte le perfezioni, i poteri e gli attributi divini."  

Ebrei 10, 19-20: "Avendo dunque, fratelli, piena libertà e fiducia di entrare nel Santuario (il Santo dei Santi) per mezzo del potere e in virtù del Sangue di Gesù Cristo... per questa via nuova e vivente che Egli ha iniziato, dedicato, aperto per noi attraverso il velo (di separazione del Santo dei Santi), cioè la Sua carne..."  

     Ecco come Matteo (27, 50-51) descrive la scena della lacerazione del velo, che aveva lo scopo di permettere a Dio di incontrarsi col Suo popolo. É la scena della crocifissione del Figlio Suo sulla croce, per espiare dei peccati del genere umano:

Matteo 27, 50-51: "E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono..."  

    Un giorno, leggendo questa importante transazione fatta da Dio per noi, vidi chiaramente il velo del tempio pendere tra la presenza rivelata di Dio e gli adoratori. Rividi il sacrificio di Gesù - offerto per togliere quel velo, e gridai: "Signore Gesù, Ti ringrazio per avermi aperto la strada per entrare nel luogo santo... perché potessi arrivare ad adorare Te, Padre mio ... per avermi dato la possibilità di imparare ad aprirti onestamente il mio spirito e adorarti."  

     In risposta a quella preghiera, Dio mi parlò al cuore: "Bob, hai notato in che modo si è squarciato il velo?"

    Sì, Signore - dall'alto in basso." Ero eccitato al pensiero del desiderio di Dio di mettere a mia disposizione una via che mi permettesse di adoraLo - poiché è stato Lui a lacerare in due quel velo.  

    Quindi mi giunsero queste stupefacenti parole: "Non è stato solo per far entrare te nel luogo santo, ma anche perché io potessi uscirne." E per la prima volta ho capito cosa intendeva Gesù quando disse: "Il Padre cerca adoratori."  

    Vedete che Gesù è la realizzazione sia del tabernacolo di Mosè sia del tempio di Salomone? Essi erano l'ombra, Gesù la realtà. Gesù è il luogo dove abita Dio, il Santo dei Santi, il luogo datoci per adorare nel tabernacolo e il tempio. Ora tutto si trova in Cristo, ogni tipo di luogo santo dato in precedenza.  

    Quanti di voi ritengono davvero che Dio sia impegnato a cercare adoratori? Siamo così inclini a dire: "Ho trovato Dio..." quando Egli non ha fatto altro che inseguirci... cercarci... pressandoci con le Sue richieste. Egli desidera l'amicizia delle Sue creature e ha fornito loro la via. Ma sta a noi impegnarci e imparare a rispondere!  

    Una delle prime lezioni da imparare se vogliamo diventare adoratori è dove mettere le nostre priorità. Nella Sua Parola Dio ci ha dato le istruzioni, e poi l'aiuto dello Spirito Santo per seguirle.  

    Lo Spirito dell'uomo deve essere orientato verso Dio - perché allora, e solo allora, Dio potrà elaborare quei cambiamenti ed adattamenti necessari affinché diventi un canale di comunicazione e di servizio efficace.     

 

DIO PROVVEDE ALLA RESTAURAZIONE  

Nel cercare di vedere le priorità dalla prospettiva di Dio, consideriamo prima l'uomo così com'è stato creato. In Genesi 1,26 troviamo che Dio disse: "E facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza." Abbiamo notato le parole di Gesù: "Dio è Spirito" (Gv 4,24). Da ciò possiamo dedurre che l'immagine e somiglianza che l'uomo può avere col suo Creatore è nello "spirito."  

    Dopo aver pronunciato la decisione di fare l'uomo, Dio prese la polvere della terra e formò un corpo che potesse custodire lo spirito. Poi vi soffiò dentro il soffio della vita - il Suo respiro - e spirito e corpo divennero un'anima vivente. L'intelletto, le emozioni e la libera volontà furono portate all'esistenza per arricchire e rendere funzionale quella nuova creazione che Dio chiamò "uomo."  

    Nel fare l'uomo per la propria gioia, Egli intendeva che lo spirito dell'uomo avesse il controllo del corpo e dell'anima. Ciò rendeva possibile l'amicizia che Dio desiderava. Dio passeggiava e parlava con l'uomo nell'ambiente che gli aveva dato per il suo benessere e la sua comodità. All'uomo fu dato il dominio di tutto il resto della creazione.  

    Poi, con un atto deliberato della libera volontà che gli era stata data, l'uomo disobbedì al comando di Dio nell'unica restrizione posta alle sue attività nel giardino: mangiò il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Ciò provocò automaticamente l'interruzione nella relazione tra lo Spirito di Dio e lo spirito umano. L'uomo se ne rese conto e si nascose dalla vista di Dio. Le parole: "Adamo, dove sei?" erano diventate motivo di paura, anziché della gioia di prima. Attraverso la disobbedienza infatti, intelletto ed emozioni non erano più sotto il controllo dello Spirito, col risultato che il corpo ora rispondeva agli impulsi dell'anima, anziché a quelli dello spirito.  

   La Scrittura descrive gli interminabili sforzi di Dio per ristabilire quella linea di comunicazione interrotta. Ciò fu causa delle relazioni di alleanza con molte Sue creature. Fu istituito un mezzo temporaneo per la purificazione dal peccato ... per ristabilire l'amicizia... per comunicare attraverso l'adorazione. Nella "pienezza dei tempi" fu inviato un secondo Adamo mediante l'opera dello Spirito Santo. Quell'uomo è Gesù. In Lui lo Spirito tornò a dominare sul corpo e sull'anima: all'uomo era stata data la Via per rinnovare e mantenere la relazione spirituale col Suo Creatore.  

   Al momento in cui un individuo accetta la Via di Dio - Gesù - lo Spirito di Dio torna ad alitare di nuovo nello spirito umano. Ci riferiamo a questa esperienza come alla "nuova nascita." Assieme alla rinascita dello spirito giunge il desiderio di conoscere e adorare il Creatore... di ringraziarLo per quanto ha fatto per noi... di trovarci alla Sua presenza reale. E questo è lo scopo di Dio in tutto ciò.  

 

DIO STABILISCE LE PRIORITÀ  

 Torniamo alla illustrazione dell'Uomo N. 1 e dell'Uomo N. 2: la ragione per cui il N. 2 (l'uomo interiore) non ha alcuna inclinazione ad adorare Dio prima della conversione è dovuto al fatto che egli è spiritualmente morto. Ma quando il N. 2 (lo spirito) rinasce, egli comincia a crescere e a maturare ed apprezzerà le cose spirituali. Gesù, la Chiesa, la Bibbia, le amicizie con altri credenti - tutto ciò assume un significato nuovo. Qualcosa avviene dentro di lui. Dio è all'opera!  

    Con lo svilupparsi dell'Uomo N. 2, egli incontrerà le resistenze del corpo e dell'anima. Essendo stati in posizione di controllo per tanto tempo, gli appetiti del corpo e i desideri dell'anima non si faranno in disparte senza combattere. Al momento della conversione l'uomo N. 2 (lo spirito) stava in fondo alla pila. La battaglia per arrivare in cima include:  

a - Dare la priorità alle priorità di Dio; e

b - mantenere un equilibrio nel far fronte alle necessità di tutti e tre i campi - corpo, anima e spirito.  

    Finché il credente resta soggetto alle esigenze del corpo, ne risulta ciò che Paolo chiama il cristiano "carnale" (1 Cor 3,3). Il credente è intrappolato da abitudini della carne - alcune di queste schiavitù possono essere le bevande alcoliche, il fumo, la droga, il sesso e le perversioni sessuali, l'interesse all'occulto, ecc. Quando lo Spirito assume la guida, quelle trappole vanno portate alla luce, affrontate e vinte. Altre schiavitù più "rispettabili" comprendono: il mangiar troppo, gli sport, i viaggi, la moda, le automobili, i motori, battelli e barche e perfino la casa e la famiglia. Questi ed innumerevoli altri interessi esigono una disordinata dedizione di pensieri, tempo ed energie, e possono costituire una interferenza alla giusta crescita dell'uomo spirituale (N. 2) a vari livelli. Dobbiamo ricordare che a Dio va data la priorità in ogni campo della nostra vita.  

     Non è solo il corpo ad esigere soddisfazioni, ma l'anima ha il suo tipo particolare di interferenze. Possiamo eliminare gli ostacoli frapposti dal corpo solo per scoprire che la parte della nostra natura che costituisce l'anima controlla, o almeno distorce, i nostri tentativi per giungere alla presenza di Dio. Perché esiste anche "l'adorazione fatta con l'anima" - che è la consapevolezza di se stessi in luogo della consapevolezza di Dio e della Sua presenza.  

    Può darsi che alcune delle interferenze dell'anima in realtà siano designate dall'uomo proprio per indurre l'adorazione. Cattedrali spaziose, finestre a mosaico, organi maestosi, belle esecuzioni musicali - possono rafforzare l'anima mentre non ci portano affatto alla presenza di Dio! Come sempre, l'Uomo N. 2 può collaborare o meno con gli stimoli fisici, mentali o emotivi. Ciò vale anche per ciò che potremmo definire un tentativo "hip – hip - hurrà" di entrare nell'adorazione. In tutti questi casi, l'anima può essere nutrita; ma ciò non assicura il contatto dello spirito umano con lo Spirito di Dio.  

    Vi sono altri appelli e richiami alla natura della nostra anima. La psicologia di massa e la manipolazione delle folle cercano di accedere a ciò che si poteva intendere come "funzione di adorazione." La grande oratoria e i richiami intellettuali... le citazioni bibliche e le testimonianze... una supplica sentita per assistere gli orfani di tutto il mondo... sono tutte cose capaci di agitare le emozioni, e perfino di portarci a decidere di aprire il portafogli. Ma che dire dell'apertura delle fonti perenni che hanno origine nella consapevolezza di Dio e della Sua presenza? Dio ci vuole consapevoli della Sua presenza - non che siamo mossi solo dalla capacità di persuasione degli uomini.  

    Come dire se abbiamo adorato con l'anima - cioè con le emozioni e l'intelletto? Di solito dal fatto che perdiamo ogni beneficio prima di giungere al parcheggio per tornare a casa! E possiamo perfino finire per sentirci più disgraziati e appesantiti di prima di andare ad adorare.  

    Se abbiamo raggiunto il contatto "spirituale" con Dio, lo spirito umano ne sarà nutrito e incoraggiato e la crescita sarà evidente sia nel corpo sia nell'anima. Scopriremo che corpo ed anima ben presto si sottometteranno al controllo dello spirito umano. I legami si scioglieranno, le emozioni si  stabilizzeranno, perché saranno controllate dallo spirito anziché dai sensi umani.  

    Come vedete, corpo ed anima non devono essere nemici dello spirito, ma parte di un insieme creato. Dobbiamo vivere nella "casa" che Dio ci ha dato e di cui ha inventato ogni più piccola parte. Dobbiamo mantenerla in buone condizioni, col nutrimento e l'esercizio adeguati. Anche la mente è ordinata da Dio e dotata meccanicamente. Dobbiamo tenerci informati su quanto ci accade intorno... nel mondo in cui viviamo. Non dobbiamo confinare la lettura alla sola Bibbia: l'uomo non è tutto spirito, ma tutto dovrebbe essere controllato dallo spirito. Una volta messe le priorità nell'ordine giusto, con l'Uomo N. 2 al controllo, dobbiamo restare all'erta per mantenere l'equilibrio necessario a raggiungere lo scopo per cui Dio ci ha creati:

Farci diventare adoratori e veicoli della sua buona novella.  

 

PASSI PRATICI LUNGO IL CAMMINO  

Ogni volta in cui le parole "spirito" o "spirituale" vengono in qualche modo applicate, la gente è portata a dare per scontato di aver abbandonato il regno della pratica e del concreto e di essersi elevata nella stratosfera. Ma per il cristiano ciò è ben lungi dalla verità. Una volta che lo spirito è orientato verso l'adorazione, tutte le altre questioni ed attività andranno al posto giusto - si allineeranno alla volontà e alle vie di Dio per noi. É un modo estremamente pratico di affrontare la vita, ed è proprio come Dio intendeva che fosse.  

    Una prova pratica per giudicare se il nostro spirito è orientato nella direzione giusta consiste nel chiedersi: "Qual è la mia reazione in una situazione che richiede obbedienza ad un comando di Dio?"  

    Il mio corpo si inalbera per presentare ogni sorta di obiezione? Ad esempio: Sono stanco... la funzione è troppo lunga... Quanto si pretende da me... É ora di pranzo... Sono solo un essere umano... Non ho tempo...  

    La mente comincia a razionalizzare i motivi per cui non dovrei acconsentire? Qualche pensiero comune potrebbe essere: Proprio non ci capisco niente... Perché dovrei farlo?... Che vantaggio ne riceverei?... Nessuno arriva tanto lontano nell'obbedire... Ci penserò domani...  

    Si fa presto a scoprire chi é al controllo - Se l'Uomo N. 1 o l'Uomo N. 2. - quando i comandi vanno in senso opposto ai desideri del corpo, alle sicurezze intellettuali o alle risposte emotive.  

    Ricordate quando Paolo dice: "Tratto duramente il corpo e lo sottometto..." (1 Cor 9,27)? Sottomettere a cosa? Al controllo dello spirito. Egli sapeva che quando lo spirito è infettato dalle reazioni del corpo e dell'anima, anche l'adorazione ne viene intaccata. L'uomo che non ha imparato ad adorare non sa come mantenere forte il proprio spirito. Non riuscirà a tenere il corpo "sottomesso" solo mediante una determinazione severa e degli sforzi personali. Per lo meno, non sottomesso allo spirito. Ciò richiede la collaborazione con lo Spirito Santo di Dio, e solo l'adorazione lo rende possibile.  

   Lo spirito inoltre (l'Uomo N. 2), deve stare sempre all'erta, perché corpo ed anima non apprezzano il secondo posto. Le esigenze dell'anima e del fisico faranno presto a cercare le occasioni per riconquistare il terreno perduto.  

   Vi sono due pericoli nel problema dell'equilibrio. Ricordate che abbiamo detto che l'uomo non è tutto spirito, ma che dovrebbe essere controllato dallo spirito.  

   Pericolo n. 1 : diventare superspirituali ai propri occhi. Una volta venne a trovarmi un uomo che si lamentava: "Mia moglie è talmente coinvolta nei gruppi di preghiera e nell'ascolto delle cassette da dimenticare che anche cambiare i letti e lavare i piatti richiedono attenzione." Questa è una ben misera testimonianza, è squilibrio spirituale. Può darsi che nell'attività della moglie non sia affatto presente l'adorazione, e che si tratti solo di un desiderio di crescita spirituale da parte dell'anima.  

   Pericolo n. 2 : la tentazione di essere talmente orientati verso il ministero, da non trovare il tempo per dirigere lo spirito all'adorazione. Gesù ha affrontato e vinto questa particolare tentazione, e molte volte Si è allontanato dalle esigenze delle richieste umane per attingere all'amicizia col Padre. Attingeva la Sua forza ritirandosi in disparte ad adorare e a pregare, e Gesù sapeva bene che vi era un limite a ciò che un individuo poteva dare agli altri, se poi non trovava il tempo per fare il pieno e ristorarsi davanti a Dio.  

   Mogli... segretarie... uomini d'affari... lavoratori dell'edilizia! Qualunque sia la vostra occupazione, tutti dobbiamo renderci conto che Dio desidera incontrarsi con noi nell'adorazione. Dio può dire ad uno di noi: "Non pranzare oggi. Prendi invece tempo per stare in silenzio davanti a Me." Possiamo adorare altrettanto bene in un angolo appartato del ristorante come in una cattedrale - se lo spirito è orientato verso Dio. L'adorazione pura non ha nemmeno bisogno di parole. Marito e moglie possono sedere in silenzio davanti al caminetto scoppiettante, senza che siano necessarie parole per stabilire la comunione tra loro: l'amore non ha bisogno di parole. E neppure l'adorazione, una volta che lo spirito umano si incontra con lo Spirito Santo di Dio.   

   Questo orientamento dello spirito non si sviluppa in un giorno, ma una volta acquisito, diventerà parte di ogni giorno. Quando ci sveglieremo al mattino, il primo pensiero andrà verso l'alto: "Gloria a Dio! Grazie, Padre, per questo nuovo giorno." Un mio amico fa in questo modo il suo saluto: "Dio, hai rifatto un nuovo giorno!" É lo spirito dell'uomo che si protende verso Dio.  

   Nel ripensare al cammino fatto per diventare un adoratore, ricordo con chiarezza un incidente. In quell'estate particolare, ai tempi degli studi biblici, lavoravo presso un distributore di benzina. Nell'attesa tra un cliente e l'altro correvo in un magazzino retrostante dove tenevo una Bibbia aperta su delle lattine d'olio. Lì strappavo qualche minuto per lodare e adorare il Signore - per poi correre fuori al segnale di servizio - e tornare al punto lasciato aperto. Il Signore stava sempre ad aspettarmi, perché conosceva il desiderio che avevo in cuore di diventare un Suo adoratore.  

   Mi torna in mente anche un altro incidente che prova l'impossibilità di adorare in certe circostanze. Abbiamo detto che quando l'Uomo N. 2 è infetto, anche l'adorazione è inquinata. In realtà, talvolta è impossibile. Quando entrano ribellione, ira e risentimento - la comunione se ne va.  

   Quella volta particolare presi l'aereo per Seattle, lasciando a casa dei problemi "irrisolti." Avevo desiderato ardentemente qualche ora tranquilla per adorare e studiare durante il volo. Ma una donna con due bambini dalla voce infelice prese posto proprio dietro a me. Tra grida e calci, rilevai che il mio spirito già appesantito si rifiutava di entrare in ogni parvenza di adorazione. A Chicago cambiai posto. Indovinate cosa successe?  

   Una replica della rappresentazione: più bambini... più confusione... maggiori interferenze con l'adorazione...

   Il cambio delle situazioni o di posto non cambia le risposte sbagliate. L'atteggiamento determina l'altitudine, quando si arriva all'adorazione.  

   Ma quando lo spirito è continuamente orientato verso Dio, tutte le cose ci additano l'alto, la bontà e la dignità del nostro Dio. Ho imparato che la persona capace di adorare in ogni situazione è stata davvero liberata nello spirito. Dobbiamo imparare a risolvere immediatamente qualsiasi interferenza con la priorità più alta: quella di godere del nostro Dio e di essere per Lui motivo di gioia.

 

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